Il doppio ex Nesta: “Lazio e Milan, tanti difetti. Verrà fuori un pareggino”

Sandro Nesta
Sandro Nesta

La Gazzetta dello Sport ha voluto dedicare spazio alle parole di un indimenticabile ex sia di Lazio che di Milan; Alessandro Nesta è un pezzo di storia delle due società, capitano dei biancocelesti campioni d’Italia nel 2000 e bandiera del Diavolo dal 2002 al 2012. Ecco le sue dichiarazioni in esclusiva sul match di oggi e sulla sua vita a Miami:

 

Nesta, oggi c’è Lazio Milan.

«Me la godrò nel salotto di casa a Miami. Nessuna delle due è al top, anche se si stanno riprendendo. Prevedo una gara equilibrata: un pareggino».

Per chi farà il tifo?

«Sono un fan della Lazio fin da bambino. Ma poi ho diviso il mio cuore con il Milan, perché i dieci anni che ho trascorso lì sono stati straordinari, come calciatore ma anche come uomo».

Due episodi di Lazio-Milan: in maglia biancoceleste e rossonera.

«Finale di Coppa Italia 1998. Avevamo perso 1-0 a Milano l’andata. Poi nel ritorno andiamo in svantaggio. Servivano tre gol, li abbiamo realizzati in venti minuti e io feci il terzo, di punta. Da milanista invece questa partita l’ho sempre sofferta, anche emotivamente. Ricordo la prima volta a Roma, caddi sotto la tribuna e mi lanciarono delle bottiglie. Meno male che non mi presero».

Due di ciascuna squadra che porterebbe con sé in Florida, come nuovo tecnico del Miami Fc.

«Dal Milan Romagnoli, anche solo per una questione anagrafica, e Montolivo. Dalla Lazio, Biglia e De Vrij: è fortissimo».

Il Milan non gioca bene e viene criticato pure quando vince.

«Sono almeno tre o quattro anni che non gioca bene. E ogni campionato mettono sulla griglia l’allenatore: lo licenziano e i problemi restano. Se cacciassero anche Mihajlovic, sarebbe un errore gravissimo».

Le piace la Lazio di quest’anno?

«E’ cambiato qualche giocatore, ma alla fine la squadra è sempre la stessa, così come il tecnico: bravissimo. La passata stagione è stata fantastica, andata ben oltre l’effettivo valore».

I suoi rapporti con Lotito?

«Mai incontrato. Perché molti non lo sopportano nonostante il suo buon lavoro? Perché il tifoso è esigente e vorrebbe quei due o tre acquisti per lasciare la seconda fascia e puntare più in alto».

Perché ha deciso di allenare?

«Perché ho capito di voler rimanere nel calcio e perché nella vita è sempre stato il mio ambiente. Per un anno, una volta al mese, ho viaggiato da pendolare fra Miami e Coverciano e sono andato a imparare dal maestro Ulivieri».

In passato disse di volere una panchina importante.

«Credo che in tutte le nuove attività ci sia bisogno di un periodo di gavetta: fondamentale per imparare il mestiere e capire se sei capace».

Seedorf e Inzaghi hanno fatto bene ad accettare il Milan senza partire dal basso?

«Se ti chiama una grande come fai a dire di no? Quel treno potrebbe non ripassare. E’ un azzardo, ma non hai alternative. A volte, va bene. Guardiola è passato dalle giovanili alla prima squadra e con il Barcellona ha fatto il triplete. Oppure vieni esonerato come è capitato a Clarence e Pippo».

La stagione con Miami parte a gennaio.

«Per ora abbiamo sotto contratto otto giocatori. Il nostro d.s. Mauro Pederzoli si sta dando da fare. Stiamo facendo dei provini, una roba molto americana ma che può funzionare. Può presentarsi chiunque: paga 180 dollari e se vale lo prendiamo. C’è la fila».

Che cosa le dava più fastidio in un tecnico?

«Quando mi mettevano a fare i mille. Cioè le dieci ripetute da un chilometro a cui ci costringeva Zeman. Non le sopportavo, e non ero l’unico».

Qual è la squadra oggi più simile alle sue idee di calcio?

«Mi piace Sarri: sta proponendo il gioco più spettacolare. Napoli-Fiorentina è stata divertente».

A inizio settembre disse che la Juve avrebbe vinto il campionato, ha cambiato idea?

«Mi sa che ho sbagliato. Il mio ranking in questo momento è Napoli, Fiorentina, Roma e Inter».

Il suo amico Pirlo che le ha detto?

«Che a New York sta da dio. E’ dispiaciuto di essere rimasto fuori dai playoff. Diciamo che è circondato da giocatori piuttosto scarsi, soprattutto i difensori. Lo hanno mandato in campo tre giorni dopo le vacanze. Vedrete la prossima stagione, quando farà la preparazione completa sarà tutta un’altra storia».

 

Redazione MilanLive.it

 

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