Milan, dura la vita per gli allenatori stranieri nell’era Berlusconi

Berlusconi Seedorf
Berlusconi e Seedorf a Milanello

Il Milan fu fondato da un inglese, Herbert Kiplin, ha avuto campioni provenienti da ogni parte del mondo, ma gli allenatori stranieri, specialmente nell’era Berlusconi, non sono mai riusciti ad avere un destino felice dalle parti di Milanello. Un paradosso spiegato oggi da Tuttosport, che utilizza precedenti storici per valutare il momento grigio di Sinisa Mihajlovic.

 

Prima del tecnico serbo, altri allenatori erano finiti nel mirino presidenziale, tra critiche e giudizi non troppo amichevoli; basti pensare al mostro sacro Nils Liedholm, venerato dai tifosi milanisti anche per il passato da calciatore ma Berlusconi ci mise pochi mesi del suo mandato presidenziale ad esonerarlo dando la squadra al giovane Fabio Capello nell’aprile del 1987. Dopo di lui anche Oscar Tabarez, aspramente criticato e cacciato dopo sole undici giornate nel 1996.

 

Poi il flop Fatih Terim, sedotto e abbandonato proprio dopo un ko contro il Torino nel 2001. Gli ultimi sono due ex calciatori milanisti molto amati dalla tifoseria ma considerati inadatti da Berlusconi a costruire qualcosa di buono in panchina: Leonardo riuscì a finire l’anno con un onorevole terzo posto nel 2010, ma non bastò a trattenerlo. Clarence Seedorf fu prima sponsorizzato dal Cavaliere per poi essere messo da parte nonostante il contratto faraonico. E che ne sarà di Mihajlovic?

 

Redazione MilanLive.it

 

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