La Gazzetta dello Sport svela un altro retroscena davvero clamoroso nella sua edizione odierna, sempre riguardante il Milan colpito e forse affossato dalle ultime vicende giuridiche che scuotono il mondo del calcio. L’indagine della Procura milanese sul colosso dei diritti TV Infront potrebbe avere serie ripercussioni sulla trattativa fra Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol, capo della cordata asiatica che dovrebbe acquisire il 48% delle quote rossonere.
Ecco i reali motivi: l’arresto di Andrea Baroni, fiscalista legato alla Tax Finance di Lugano a cui si sono appoggiati Milan e Mr.Bee per la suddetta trattativa, mette in serio rischio e pericolo tutto l’affare. Si ipotizza da una parte che la cordata cino-thailandese, che non è mai stata svelata pubblicamente nella sua reale consistenza, stia seriamente pensando di abbandonare la nave, per non rischiare indagini sul proprio conto della Magistrtura italiana o addirittura per via della scarsa pulizia nel mondo del calcio nostrano.
Ma ancor più fitte si fanno le voci secondo cui l’affare Bee-Fininvest fosse uno dei punti centrali delle manovre di riciclaggio di denaro sporco dalla Svizzera; già L’Espresso settimane fa segnalava alcune irregolarità, visto che la società di Berlusconi si era rivolta a Lugano a personaggi già coinvolti nel 2013 nell’illecita situazione dei fondi neri che condannò il Cavaliere stesso ad alcune penali. Inoltre il valore di mercato dato all’intero pacchetto A.C. Milan, per quanto storicamente prestigioso, è sempre stato fuori mercato, per 1,2 miliardi complessivi che superano anche le stime di una società in salute come il Manchester United. Troppe ombre su questa trattativa, che rischia seriamente di sfumare in una bolla di sapone.
Redazione MilanLive.it