Il contratto di Antonio Conte con la FIGC per guidare la nazionale italiana scade nel 2016, esattamente dopo che sarà disputato l’Europeo in Francia. Quasi tutti danno per scontato che dopo tale appuntamento il commissario tecnico lascerà gli azzurri per tornare ad allenare una squadra di club. L’esperienza con l’Italia gli sta sicuramente servendo, ma presenta troppo limiti per un allenatore come lui che vorrebbe allenare i propri giocatori praticamente ogni giorno. Con la nazionale ciò non gli è permesso e se ci mettiamo anche l’ostacolo posto dalle società nel concedere i propri tesserati per degli state, ne esce fuori un quadro che certamente non esalta l’ex tecnico della Juventus.
Conte ha detto che in questo momento il rinnovo non è una priorità, il suo futuro dipenderà molto anche dalle offerte che riceverà in Primavera da parte di club italiani ed europei. Per quanto riguarda la Serie A si è parlato di Milan e Roma, due piazze importanti sicuramente a lui gradite. Le soluzioni non gli mancano in caso di addio alla panchina azzurra, ma è ancora presto per parlarne.
Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, è stato il principale sponsor di Conte e ovviamente vorrebbe riuscire a tenerlo. Ma al momento non si preoccupa troppo di questo argomento: «In Italia abbiamo una filosofia legata alla contrattualistica che ha delle tempistiche, ma solo nel calcio si pensa di dover rinnovare i contratti due anni prima che scadono. E questo per me non va bene. Ci metteremo seduti a parlarne un mese prima o giù di lì – riporta il Corriere dello Sport -. Non sarà un mese prima, quel che conta è che c’è armonia, la collaborazione professionale è massima. Noi abbiamo la speranza che Conte resti e se lui vorrà, la Federazione ritiene che questo sia per lui il posto migliore. Detto questo, come si dice, siamo servi di tutti e schiavi di nessuno».
Redazione MilanLive.it