Prendere un sergente di ferro per rimettere le cose a posto, per dare un’anima alla squadra, per far girare nel verso giusto ciò che è rimasto bloccato nelle scorse settimane. Sinisa Mihajlovic è un uomo solo al comando in casa Milan, ma più che altro lasciato solo verso un triste destino. In un momento di crisi, in cui la squadra non risponde ai comandi e fioccano i problemi di ogni sorta, la società è muta e non si esprime creando un imbarazzo incredibile.
Come scrive oggi Tuttosport, Mihajlovic non è stato affatto difeso o giudicato dai vertici del club rossonero, un silenzio che sa di scarica barile nei confronti dell’allenatore, evidentemente considerato ‘maturo’ per addossarsi le colpe di una crisi nera che a qualcuno fa rimpiangere i tempi di Filippo Inzaghi e Clarence Seedorf. Ma i problemi paragonati alle vecchie gestioni sono simili, un tecnico rimasto a guidare una rosa allo sbando, troppo spesso formata da calciatori viziati e poco inclini alla lotta e al prendersi le proprie responsabilità.
Già sul mercato erano arrivate le prime avvisaglie di un rapporto non idilliaco tra la personalità di mister Sinisa e le decisioni del club di via Aldo Rossi: dalla permanenza forzata di Philippe Mexes e Cristian Zapata fino all’arrivo di Mario Balotelli, non avallato dal tecnico, o di Juraj Kucka preso come contentino per non poter arrivare a Roberto Soriano o Axel Witsel. Prima le discordanze, ora il silenzio: l’impressione è che la posizione di Mihajlovic sia meno traballante del previsto, per un motivo solo. La società è bloccata, e forse non sa più come reagire al flop.
Redazione MilanLive.it