Milan, i rischi di un altro anno di transizione e le distrazioni da evitare

Stefano Peduzzi
Stefano Peduzzi

Tra tutte le sconfitte di questo inizio di stagione, quella di Genova è stata probabilmente la più dolorosa e difficile da assorbire. Chi si aspettava dal Milan il definitivo salto di qualità dopo i progressi di Udinese e il buon gioco espresso nel derby, si è dovuto ricredere. I problemi sono sempre gli stessi: una difesa disattenta, un centrocampo poco produttivo sia in fase di interdizione che di impostazione e un attacco, stavolta, assente.

Che succede al Milan? Possibile che dopo sei giornate si debba già parlare di un altro anno di transizione? Si, è ovviamente presto. La fortuna di Montolivo e compagni è che questo sia il campionato più equilibrato degli ultimi anni. I quattro punti che separano i rossoneri dal quarto posto lasciano ancora tutte le porte aperte.

Ma non c’è più tempo da perdere. Le giornate continuano a passare e il Milan continua a non migliorare. Prestazioni positive che si alternano ad altre mediocri. Non c’è ancora traccia di continuità in questa squadra, non c’è ancora una chiara idea di gioco da parte del suo allenatore che rischia di proseguire il trend negativo di Seedorf e Pippo Inzaghi. Due che, tra le altre cose, non hanno ancora trovato una sistemazione dopo la parentesi negativa sulla panchina rossonera.

Mihajlovic, rispetto ai suoi predecessori, ha molta esperienza in più e un carattere decisamente più forte. Può raddrizzare la barca ed evitare che questa possa essere un’altra stagione anonima. Come detto, il tempo per recuperare c’è tutto, magari evitando di riempire Milanello di ex giocatori che possano creare distrazioni alla truppa rossonera.

 

Ci rivediamo in tv giovedì prossimo dalle 23 su Canale Italia 84

Stefano Peduzzi

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