Impossibile che dopo sole sette partite ufficiali, contando anche Milan-Perugia di coppa, e neanche centro giorni dall’insediamento di Sinisa Mihajlovic in panchina, la formazione rossonera potesse essere ben oliata, con un meccanismo deciso e continuo. Ma qualcosa in più da questo Milan ce lo si poteva anche aspettare, soprattutto per le ottime premesse estive e per un calciomercato dispendioso che aveva regalato almeno 3-4 colpi di ottimo livello al tecnico serbo.
Secondo la Gazzetta dello Sport c’è ancora nebbia fitta dalle parti di Milanello, per un cammino discontinuo e troppo alternato; si sono riproposti troppo spesso i difetti dell’era Filippo Inzaghi, con una squadra indolente e spesso senza gioco, persino fragile in difesa. Ecco, partendo dalla linea arretrata si denota una certa leggerezza; sulle fasce sia Ignazio Abate che Mattia De Sciglio non hanno ancora dato l’impressione di essere al top, urge dunque il ritorno di Luca Antonelli. Al centro ok puntare forte su Alessio Romagnoli, ma al suo fianco troppe alternanze, da Alex a Rodrigo Ely fino a Cristian Zapata che è stato in grado di passare dalle stelle del gol di Udine alle ‘stalle’ della prestazione flop di Genova.
A centrocampo vi è un problema di coesistenza, tra Riccardo Montolivo e Nigel de Jong; per averli entrambi Mihajlovic dovrebbe cambiare modulo, senza sacrificare l’olandese come mezzala spenta e fuori dai giochi. Diventa indispensabile a questo punto Juraj Kucka, uno dei pochi ad avere gamba e concretezza in mediana, più dell’amico Andrea Bertolacci, altro flop di inizio stagione. E l’attacco? Va ancora registrato, perché se Carlos Bacca e Luiz Adriano avevano cominciato ad intendersi in tandem, l’arrivo prepotente di Mario Balotelli ha scombinato tutto, come inserire uno splendido ma folle solista in un’orchestra già in sintonia. Troppi crucci da risolvere nel cantiere Milan.
Redazione MilanLive.it
