L%26%238217%3BEspresso+%26%238211%3B+Macchie+sull%26%238217%3Baccordo+Berlusconi-Mr.+Bee%3A+fondi+neri+dietro+l%26%238217%3Baffare+Milan%3F
milanliveit
/2015/09/03/espresso-macchie-accordo-berlusconi-mr-bee-fondi-neri-milan/amp/
Categorie: Milan News

L’Espresso – Macchie sull’accordo Berlusconi-Mr. Bee: fondi neri dietro l’affare Milan?

Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol (photo by Twitter)

Interessante quanto clamorosa l’inchiesta portata avanti dal settimanale L’Espresso, che sta curiosando da alcune settimane sulla trattativa che starebbe per portare il broker thailandese Bee Taechaubol, capo di una ancora poco identificata cordata di origine asiatica, ad acquisire il 48% del Milan, asset sportivo della famiglia Berlusconi e controllato da Fininvest. Movimenti poco chiari e non alla luce del sole starebbero avvenendo per agevolare tale trattativa secondo la suddetta inchiesta.

 

I dubbi nascono dal fatto che i principali consulenti di Mr. Bee, ovvero i membri della Tax & Finance di Lugano, sarebbero tre vecchie conoscenze di Fininvest, ovvero Gerardo Segat, Paolo Di Filippo e Andrea Baroni. I tre uomini di affari sono ben noti a Silvio Berlusconi, visto che una ventina di anni fa lavoravano assieme alla Edasco, società che si rivelò tra varie inchiesta come snodo finanziario illegale ed oscuro proprio degli affari del Cavaliere.

 

La scoperta di quella società cassaforte londinese, che gestiva i fondi neri di Berlusconi e di Fininvest, fu materiale probante per la condanna del 2013 all’ex Presidente del Consiglio per frode fiscale. All’epoca alla polizia inglese che indagò e risolse l’intricato caso furono nascosti i conti offshore di Berlusconi, poi intercettati dalla Magistratura italiana che scoprì azioni illecite per circa 300 milioni di euro.

 

Il rischio dunque secondo l’Espresso è che la manovra in atto per la cessione delle quote a Taechaubol possa rivelarsi legata ai soliti personaggi e ad altri fondi neri da spostare. La Tax & Finance di Lugano è una società di consulenza, specializzata in finanza offshore, che oggi vanta circa mille clienti, un centinaio di dipendenti e una rete di filiali estesa da Panama a Dubai, dal Lussemburgo a Dublino, da Montecarlo fino alla Nuova Zelanda. Tutto in regola all’apparenza, ma la partecipazione dei tre suddetti fondatori legati agli illeciti del passato potrebbero far scoppiare nuove indagini e sospetti anche su questa transazione.

 

Redazione MilanLive.it

 

Scritto da
Keivan Karimi