Genoa, Sbravati: “Mezzala è il vero ruolo di El Shaarawy”

Stephan El Shaarawy (Getty Images)
Stephan El Shaarawy (Getty Images)

Dalla conferenza stampa di presentazione di Sinisa Mihajlovic in poi si sta facendo un gran parlare della possibilità che Stephan El Shaarawy possa impiegato nel ruolo di mezzala, idea molto gradita al presidente Silvio Berlusconi. L’allenatore serbo è intenzionato a provare questa soluzione ed ha già incassato la disponibilità del giocatore. A Milanello si lavorerà molto in questa direzione.

 

Michele Sbravati conosce il Faraone dai tempi del Genoa quando lo allenava nella categoria Giovanissimi e ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ha confermato che l’idea di schierarlo a centrocampo è tutt’altro che campata in aria: «Stephan con me il centrocampista lo ha sempre fatto: per me è quello il suo vero ruolo. Mezz’ala, non trequartista. Interno destro in un 4-3-3. O in un 4-1-4-1 che è praticamente la stessa cosa. Una mezz’ala di inserimento, che quando aveva l’opportunità puntava la porta, ma era in grado di fare tutte e due le fasi, non solo la parte offensiva».

 

Successivamente ha raccontato di aver conosciuto El Shaarawy quando lavorava per il Savona mentre il ragazzo militava negli esordienti del Legino, allora non poteva prenderlo ma poi quando passo al Genoa riuscì a far ingaggiare il talentuoso italo-egiziano. Ha spiegato l’evoluzione dei ruoli del ragazzo: “Faceva il centrocampista esterno: aveva qualità atletiche importanti, con quella gamba era inevitabile piazzarlo a spingere sulla fascia. Provai ad accentrarlo in mediana a tre, ci rimase anche con gli Allievi di Torrente. Con la Primavera che vinse lo scudetto spesso Chiappino faceva il 4-4-2: lui era uno degli esterni. Pian piano ha avanzato il raggio d’azione: trequartista a Padova, poi punta».

 

Sbravati ha concluso così suo intervento mostrandosi ottimista in merito al cambio di ruolo del numero 92 del Milan: “La mezz’ala Stephan la faceva nei Giovanissimi, può darsi che in A non gli riesca. Ma, alle spalle di un mancino all’ala destra, Honda o Cerci, lui avrebbe ampi spazi per provare il tiro: potrebbe diventare un centrocampista da 7-8 gol a stagione. E invece fece quella super stagione al Milan, da allora la gente si aspetta 20 gol l’anno. A centrocampo giocherebbe anche più libero, senza tutta questa pressione» .

 

Redazione MilanLive.it

 

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