Siamo a giugno inoltrato, mancano due settimane al raduno di Milanello e la campagna acquisti del Milan è ferma al ritorno di Rodrigo Ely a parametro zero. Non è cambiato niente rispetto agli ultimi anni. Gli annunci di Adriano Galliani (“Faremo una campagna acquisti importante“) e di Silvio Berlusconi (“Costruiremo una grande squadra, i soldi per la campagna acquisti non mancheranno“) non si sono finora tradotti in fatti concreti. A chiacchere sembrava che il club potesse avviarsi verso una svolta grazie anche anche all’avvento, non ancora ufficiale, di Bee Taechaubol come socio di minoranza con alle spalle investitori importanti. Ma in realtà nulla è mutato per il momento.
Qualcuno obietterà che siamo solamente a giugno e che ci sono ancora più di due mesi per fare calciomercato. Giusto, peccato che il Milan non possa permettersi di aspettare i famosi ‘giorni del Condor Galliani’ di fine agosto, perché ha una squadra da rifondare in maniera profonda in ogni reparto e bisogna accelerare per mettere Sinisa Mihajlovic nelle condizioni di lavorare al meglio con un organico abbastanza completo già parecchio prima dell’inizio del campionato.
Il mercato del Milan ad oggi possiamo riassumerlo nella parola ‘teatro’. Teatrale è tutto ciò che va in scena da qualche anno a questa parte quando si tratta di effettuare trattative. Colazioni, cene, pranzi, aperitivi, summit, blitz, vertici che poi sostanzialmente cosa stanno producendo? Niente di buono. Quando è andato in scena a Montecarlo ha dell’imbarazzante, non tanto per l’essersi fatti soffiare Geoffrey Kondogbia (centrocampista forte e dal grande potenziale, ma le cifre sono esagerate), ma per la modalità con la quale è stato condotto l’affare. E adesso pare che pure Jackson Martinez possa sfumare, viene dato molto vicino all’Atletico Madrid.
Ci auguriamo tutti che tra qualche settimana lo scenario in casa Milan si presenti diverso e che possano arrivare i rinforzi giusti, ma al 20 di giugno non si può che constatare che il club rossonero non è riuscito a concludere nulla e che è molto indietro rispetto a quelle che sarebbero le concorrenti in Italia. La dirigenza dovrebbe prendere esempio dalla Juventus (e duole dirlo): parlare meno e lavorare di più, meno trattative spettacolarizzate e più fatti concreti.
Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)