A marzo era Sarri, ad aprile Montella, a maggio le suggestioni Ancelotti ed Unai Emery. Quattro allenatori con quattro esperienze completamente diverse, quattro tecnici che il Milan ha sondato, corteggiato e alla fine, per un motivo o per un altro, non ha portato a casa.
Alla fine, in attesa di ufficializzazione, dovrebbe sbarcare a Milanello Sinisa Mihajlovic. Un sergente di ferro, da sempre uno zingaro del calcio. Sbagliato etichettarlo soltanto come un ex interista. Sinisa è un uomo di mondo: tra campo e panchina ha già cambiato una decina di squadre. L’uomo giusto? Presto per dirlo, perchè anche un certo Seedorf si era imposto a Casa Milan con metodi non propriamente soft. Di certo arriva un tecnico ambizioso, che ha ancora voglia di vincere, che conosce le dinamiche del calcio italiano e che sa come gestire un gruppo. Sinisa porterà una grande rivoluzione di cui vi parleremo nelle prossime settimane, anche perchè oggi è assolutamente prematuro parlare di conferme, arrivi, cessioni e, soprattutto, di moduli.
Ieri, intanto, si è vissuta la giornata dei saluti ad Inzaghi e Tassotti. L’esonero del primo era nell’aria e Inzaghi, che non è esente da colpe per questa stagione, deve tutto sommato ringraziare il Milan per avergli dato subito la possibilità di allenare la prima squadra e, soprattutto, di arrivare a fine stagione nonostante i tanti risultati negativi.
Addio anche a Tassotti, l’allenatore che ha accompagnato sulla panchina del Milan tanti mister della grande storia rossonera. Che fine farà l’ex terzino destro di mille battaglie? Non è da escludere che stia un anno fermo e che segua Carlo Ancelotti tra un anno in una nuova avventura. Quale? La Nazionale italiana del dopo Antonio Conte. A meno che le strade tra l’attuale Ct e l’Italia si separino con un anno di anticipo rivoluzionando anche i piani futuri di diversi club italiani. A cominciare dal Milan…
Ci rivediamo in tv martedì prossimo alle 23 su Italia53
Stefano Peduzzi – @stepeduzzi