Quarto appuntamento con le pagelle ed i voti assegnati da MilanLive.it ai calciatori della rosa rossonera al termine della stagione 2014-2015. Arriva il momento delle nostre valutazioni sul reparto degli attaccanti:
Alessio Cerci voto 4,5 – Grande flop del mercato di gennaio del Milan. Doveva essere l’arma in più, l’esterno ideale nel 4-3-3 di Inzaghi, invece ha peccato in continuità e concretezza, risultando decisivo in positivo solo in pochissimi incontri. A fine stagione è stato accantonato nel dimenticatoio. Solo un caso?
Mattia Destro voto 5,5 – Delusione, ma con le attenuanti del caso. Arrivato con un eccesso di ottimismo a fine gennaio, si è rivelato un attaccante discreto ma ancora in fase di maturazione soprattutto caratteriale. Quando ha avuto l’occasione di giocare a volte l’ha buttata dentro ma il gioco del Milan ha difettato di rifornimenti alle punte. Quasi impossibile il riscatto da parte dei rossoneri a fine stagione.
Stephan El Shaarawy 5,5 – Molta sfortuna nella stagione del piccolo Faraone, partito come un indiscusso protagonista della rosa milanista e ridotto causa problemi di vario genere a vagare per l’infermeria di Milanello. Il rientro finale col botto (doppietta al Torino) non deve esaltare, ma è certamente uno dei pochi ragazzi in organico sui quali bisognerebbe puntare. Per crescere ha bisogno di una guida, di un allenatore che lo ispiri portandolo a compiere quel salto di qualità che ancora gli manca. Se gli infortuni lo lasceranno in pace e sarà costruita una squadra decente, l’italo-egiziano potrà diventare grande.
Keisuke Honda voto 5,5 – Uno degli uomini migliori del Milan in avvio di stagione, con ben sei reti segnate in sette incontri iniziali. Sembrava giunta l’ora del Samurai dopo i primi 6 mesi negativi sotto la gestione Seedorf. L’ex Cska Mosca ha cominciato a calare poco prima della partecipazione alla Coppa d’Asia e al ritorno era un fantasma. Nel finale è tornato a mostrare alcuni colpi interessanti, ma nel complesso la sua annata non può essere considerata sufficiente. Ci si chiede come potrebbe rendere in un ruolo diverso dall’esterno d’attacco, dove non ha il passo giusto.
Jeremy Menez voto 7 – Anarchico, bizzoso, arrogante, solista. Eppure Menez, giunto a parametro zero dopo la fine dell’avventura a Parigi, ha tenuto in piedi la baracca con i suoi 16 gol. Infallibile dal dischetto, strepitoso quando ha preso strada e intuizioni giuste. Nella parte finale è calato, con prestazione monotone e nervose. Chiude con l’espulsione sciocca contro il Genoa. Futuro ancora in bilico, con la consapevolezza di aver visto quest’anno il miglior Menez di sempre. Non un leader, ma nella povertà del Milan attuale è riuscito a brillare ed è uno dei pochi a salvarsi.
Giampaolo Pazzini voto 5,5 – Da un attaccante combattivo ed esperto, con un buon senso del gol, ci si aspettava qualcosa in più. Dalla sua c’è il fatto che Inzaghi si sia ricordato della sua presenza solo nel finale di stagione e che il gioco non favorisca le prime punte. Nel complesso troppo poco per prendere una sufficienza striminzita.
Fernando Torres voto 5 – Giunto a Milanello come il grande colpo dell’estate, si è rivelato subito spaesato, fuori condizione, un clamoroso fuoco di paglia. Non aiutato dalla squadra, costruita piuttosto intorno a Menez ed ai suoi assoli, El Niño ha levato le tende dopo solo 1 gol fatto e prestazioni anonime. Resterà nel suo Atletico a svernare.
A cura di Matteo Bellan e Keivan Karimi