Menez, affascinante anarchia. Ma c’è posto per lui nel nuovo Milan?

Jeremy Menez (Getty Images)
Jeremy Menez (Getty Images)

Il simbolo, o meglio il volto principale del Milan di Filippo Inzaghi è sicuramente il suo; Jeremy Menez e le sue 16 reti, la metà su rigore, realizzate nelle 33 presenze stagionali che il tecnico rossonero gli ha ritagliato in campionato, sinonimo di fiducia e di leadership offensiva conferita all’unico attaccante dotato di un pizzico di talento e genialità in più. La Gazzetta dello Sport torna ad analizzare però l’utilità futura di Menez nel Milan che si sta lentamente delineando.

 

Brutto che l’ultima immagine stagionale del francese resti l’espulsione per offese all’arbitro durante Milan-Genoa, costatagli ben 4 turni di squalifica. Da quel momento in poi Menez e le sue prodezze sono diventate un caro ricordo per i propri tifosi. Gol e anarchia tattica, tanto che Inzaghi ha dovuto cucirgli addosso il ruolo di ‘falso nueve’ nel tridente d’attacco pur di farlo giocare nella maniera più libera possibile. Eppure dipenderà dal nuovo tecnico il suo mero destino.

 

Si parla di plusvalenza, visto l’acquisto a zero euro un anno fa, con il Monaco disposto a spendere anche 10 milioni per ottenerlo e riportarlo in Ligue 1. Ma Menez sa che lasciare Milano vorrebbe dire ennesima sfida personale non riuscita e soprattutto il rischio di non trovare spazio da titolare, quello che in rossonero invece ha meritatamente ottenuto. Futuro in bilico dunque anche per l’uomo che per alcuni mesi è stato in grado di trascinare a suon di gol, ma anche prestazioni altalenanti, un Milan nel complesso insufficiente.

 

Redazione MilanLive.it

 

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