Da settimane in chiave Milan si parla di Doyen Sports, noto fondo di investimento che da tempo ha fatto irruzione nel mondo del calcio. La nostra redazione ha intervistato in esclusiva Pippo Russo, sociologo e giornalista esperto in tema di Third Party Ownership, per fare chiarezza e dare qualche informazione in più ai nostri lettori.
Potresti spiegarci cosa sono e come operano le TPO, e nello specifico la Doyen Sports?
“Le TPO sono attori finanziari che investono sui diritti economici dei calciatori. Cioè, comprano una quota sulla futura vendita. Se un fondo d’investimento o un privato acquista il 50% del calciatore X, o aiuta il club A a acquistarlo, ciò significa che quando il calciatore verrà ceduto alla TPO andrà il 50% della cifra spuntata per la cessione. E dunque si tratta di soldi prodotti dal calcio ma che vanno fuori dal calcio. Con in più il fatto che il club alla lunga sarà forzato a cedere il calciatore su cui l’investitore ha scommesso. Perché un calciatore fermo a lungo è per le TPO un investimento morto“.
La FIFA ha messo al bando le TPO, ma queste continuano comunque ad agire nel calcio. Come aggirano le norma e come possono continuare a farlo in futuro? Qual è la tua posizione?
“Le TPO si stanno attrezzando acquistando i club. In genere si tratta di società di serie B o C. Certo, non mi sarei mai aspettato che una TPO provasse a scalare un club come il Milan. La necessità di entrare nel calcio con un profilo da proprietari, e dunque di scrollarsi del ruolo di investitori puri, è l’obiettivo. E si tratta di una finalità resa necessaria dalla circolare 1464 della Fifa, che da questo mese dovrebbe mettere le TPO fuori legge. E dico “dovrebbe”, perché a mio giudizio la partita è tutt’altro che chiusa. Sono convinto che quella circolare sia inapplicabile, e lo dico a malincuore perché vorrei vedere le TPO fuori dal calcio. Prossimamente scriverò un articolo per spiegare il motivo per cui la circolare è inefficace”.
In chiave Milan si parla di una possibile partnership con Doyen Sports per quanto riguarda il calciomercato. Come può svilupparsi questa collaborazione? Quali sono i pro ed i contro?
“Premetto che, con una TPO di mezzo, di pro non ne vedo, Ribadisco che per me questi soggetti dovrebbero essere espulsi dal calcio senza se e senza ma. Quanto al ruolo che Doyen può avere nel Milan, tutto dipende dal fatto che entri nell’assetto proprietario o meno. Al fondo basterebbe comprare una quota non elevata per cessare d’essere una terza parte. Ma si ipotizza che possa agire come agenzia di consulenza per il calciomercato. Il che, di fatto, significherebbe appaltare il mercato a Doyen, il cui interesse sarebbe quello di far transitare dal Milan i propri calciatori. Con l’interesse principale della speculazione finanziaria, non certo del conseguimento di risultati”.
Si sono fatti tanti nomi di giocatori legati alla Doyen Sports e che potrebbero arrivare al Milan. Quali sono realistici? E questa partnership tra il fondo maltese ed il club rossonero dovrebbe avvenire indipendentemente dall’arrivo di Mr Bee al Milan?
“I nomi che circolano in questi giorni sono tanti e dei più fantasiosi. Bisogna ricordare che nella propria scuderia Doyen ha calciatori d’alto livello, mezze figure e brocchi fatti e finiti. Leggo che i tifosi sognano Kondogbia e Brahimi. Ma quelli sono giocatori che hanno una elevatissima quotazione di mercato, e sono richiesti da club che competono al massimo livello internazionale e possono spendere. Pensate che Doyen perda di realizzare l’affare per mandarli gratis al Milan? Per di più in una squadra che almeno per la prossima stagione non farà le coppe europee. Non è realistico. I tifosi rossoneri si preoccupino piuttosto di non vedersi recapitare un Ruben Perez. Passato dal Torino nella prima metà di questa stagione e rispedito in Spagna a gennaio dopo aver giocato in granata soltanto 6 spezzoni di partita, e mai dall’inizio. Anche lui è un calciatore targato Doyen”.
Per ultima cosa vorrei chiederle se si può fare chiarezza su Bee Taechaubol. Si può considerare affidabile? Chi c’è nella sua cordata?
“Bee è soltanto un intermediario. Si tratta di un personaggio specializzato in operazioni di private equity, e non ha certo la forza economica per prendere un club della taglia del Milan, per di più con l’impegno di portarlo ai massimi livelli. Quanto ai soggetti che gli sarebbero dietro, si parla di capitali cinesi e arabi. Ma fino a che l’operazione di compravendita non si sarà compiuta, nulla potremo sapere di certo sull’identità degli investitori che si muovono dietro Bee. Quanto a Doyen, stando a ciò che si è capito il fondo maltese entrerebbe comunque, quale che sia la nuova compagine proprietaria. E questo dovrebbe indurre tutti quanti a leggere in modo diverso il suo ruolo nella trattativa. Si continua a descrivere Doyen come un soggetto che partecipa alle trattative come se fosse annesso ai team di aspiranti compratori. Ma siamo sicuri? Mi limito a dire che Adriano Galliani è amico di vecchia data di Doyen. Mi sa che i giornalisti impegnati a parlare della trattativa continuano a vedere Doyen sulla porta del Milan come se fosse un soggetto che viene accolto, e invece mi sa che sta lì a fare accoglienza…”.
Matteo Bellan