La conferma è arrivata da una battuta rapidissima di Silvio Berlusconi a chi gli chiedeva nel trambusto di ieri se Adriano Galliani fosse rimasto ancora nei quadri dirigenziali del Milan. Un ‘si‘ sicuro e affrettato che ha confermato ancora una volta l’uomo più discusso del momento, in sella come amministratore delegato dal lontano 1986, in un cammino a braccetto con il suo presidente che fa invidia a molti. Come ricorda la Gazzetta dello Sport, negli anni ’80 Galliani convinse Berlusconi a puntare su di se’, quando era un giovane proprietario d’azienda e presidente del Monza.
Da quei momenti di freschezza e gioventù Galliani non si è più allontanato dal suo incarico; ha resistito a punti bassissimi della carriera, come il ritiro della squadra a Marsiglia che fece discutere a livelli internazionali. Minacciò le dimissioni nel 1995 sia per alcuni contrasti con Fabio Capello sia per il caso Lentini ed i soldi in nero per i quali fu accusato. E’ riuscito a non farsi coinvolgere nelle crisi della squadra, quando fallì il progetto Tabarez o il Sacchi-bis. Ma dietro ai più grandi successi rossoneri c’è sempre stato il suo zampino.
Ancor più difficile l’ultimo triennio per Galliani: i tifosi hanno cominciato seriamente a contestarlo, gli sono piovute addosso accuse sulle scelte tecniche e sul mercato fatto solo di parametri zero. L’ingresso in società di Barbara Berlusconi sembrava il preludio alla sua uscita di scena, invece niente. Neanche con l’avvento di Mr. Bee e dei capitali esteri Galliani si muoverà dalla sua poltrona. Uomo e dirigente inaffondabile, il nuovo Milan, almeno quello del 2015-2016, nascerà ancora sotto la sua supervisione.
Redazione MilanLive.it