Giusto il tempo di prendere qualche effetto personale e poi tutti a Milanello, dove resteranno segregati e senza sbocchi alcuni almeno fino a mercoledì. In casa Milan è scattato il ritiro punitivo e severissimo imposto da Filippo Inzaghi e appoggiato dalla società, che ha sposato in pieno l’idea del tecnico di mettere in riga la squadra almeno fino al turno infrasettimanale. Ciò che è accaduto durante e dopo la trasferta di Udine ha dato segnali poco confortanti della situazione interna, urge dunque una terapia d’urto per staff e calciatori.
I rossoneri sperano che dopo la gara contro il Genoa si possa esaurire tale ritiro, ma come riportato dalla Gazzetta dello Sport, le regole parlano chiaro: la punizione può allungarsi fino al 3, 10, 17, 24 e persino 31 di maggio, a seconda dei risultati e degli atteggiamenti della squadra milanista. Inzaghi si aspetta una reazione caratteriale importante, per salvare quanto meno l’onore di una squadra che ha toccato il fondo e che è stata giudicata ‘indegna’ di indossare la maglia dello storico club persino dalla stessa guida tecnica.
Qualcuno parla di correnti e spaccature all’interno dello spogliatoio: da una parte i pro-Inzaghi, ovvero quei calciatori sui quali il giovane allenatore punta ciecamente, come Mexes, Menez e Abate, mentre dall’altra i contestatori, coloro che giocano con il contagocce e lamentano trattamenti poco favorevoli, uno su tutti Alessio Cerci, spesso al centro delle polemiche. Ma la formazione anti-Genoa sarà condizionata da chi si impegnerà di più in questi giorni di ritiro; nessuna caccia al colpevole, è arrivato il momento di tirare fuori gli attributi per tutti.
Redazione MilanLive.it