Milan, un derby durato 25 minuti. Per rinascere Berlusconi deve vendere

(Getty Images)
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Qualcuno ha visto il Milan in campo nel secondo tempo del derby? Eccezion fatta per un tiro di Destro ed una girata di De Jong nel finale, i rossoneri non si sono praticamente visti se non in difesa con un Diego Lopez che ancora una volta ha salvato la squadra dalla capitolazione. I ragazzi di Filippo Inzaghi di fatto hanno giocato solo per circa 25 minuti del primo tempo, creando qualche pericolo ma senza trovare la via del gol. Sicuramente i nerazzurri hanno qualcosa in più da recriminare vista la supremazia espressa nella ripresa ed un rigore che c’era (a parti inverse anche noi milanisti ci lamenteremmo un po’).

 

Questo derby era stato definito come una sorta di ‘partita della svolta’ per entrambe le squadre, l’ultima chance per poter forse ambire ad una Europa League che resta un miraggio. Se l’Inter quanto meno se l’è giocata, pur non facendo nulla di particolarmente eccezionale, il Milan invece non è riuscito a creare i presupposti per poter vincere. La squadra si è mostrata lenta, come al solito, in fase di costruzione di gioco e dipendente in attacco dalla buona luna di Menez. Qualche la lampo lo ha regalato Suso, ma ha fatto solo il solletico ad Handanovic. Anche dal punto di vista caratteriale sono mancate la grinta e la voglia per avere la meglio in questa stracittadina milanese tra club depressi.

 

Vincere non significava uscire dalla crisi, differentemente da quanto asserito da Silvio Berlusconi (ovviamente non presente a San Siro, aveva di meglio da fare) che quando parla ormai lo fa senza rendersi conto della situazione reale. Ma il derby è sempre il derby ed è meglio vincerlo, almeno per dare una piccolissima soddisfazione a dei tifosi che allo stadio o in tv seguono la squadra ma che sono ormai scoraggiati e attendono un cambio di proprietà per poter sperare di rivedere il Milan in alto.

 

L’unica speranza è proprio quella che presto si concretizzi il passaggio di consegne da Silvio Berlusconi a qualche cordata asiatica. Qualcuno continua ad alimentare voci sulla possibilità che il presidente possa concedere un ultimo colpo di scena tirandosi indietro dalla cessione e tornando ad investire nel Milan. Ma è utopia, soprattutto la seconda ipotesi. Fininvest ha chiuso i rubinetti da anni e, come diciamo da tempo, solo la vendita del club a dei soggetti disposti ad investire può consentire al club di tornare ad essere competitivo.

 

Continuare con l’attuale politica societaria può essere solo deleterio. Senza progetto, con campagne acquisti a parametro zero, con ex giocatori catapultati in panchina senza esperienza da allenatori per usarli da parafulmini e con continue prese in giro ai danni dei tifosi non si va da nessuna parte. Anzi, si può solo peggiorare l’anno prossimo.

 

Matteo Bellan (segui @Teo_Mat_Bel)

 

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