Pietro Paolo Virdis con il Milan ha giocato per cinque stagioni. In rossonero si è tolto parecchie soddisfazioni. Nel 1987 diventò capocannoniere. L’anno successivo vinse campionato e Supercoppa Italia. Nel 1989 diventò campione d’Europa. Per questo quei colori gli si sono tatuati sul cuore. Intervistato da Calcio 2000, ha raccontato la propria carriera.
Per quanto riguarda l’esperienza a Milanello si dice spesso che il suo gol salvò la panchina di Arrigo Sacchi, tecnico che era stato messo fortemente messo in discussione per i suoi metodi e gli scarsi risultati: “Molti dicono che salvai Sacchi con un gol a Verona. Ma lui era salvo a prescindere. Berlusconi aveva voluto Sacchi, aveva dato una direzione e lo avrebbe confermato contro tutto e contro tutti. Ed anche la squadra era compatta, convinta del valore di Arrigo. Poi, dopo l’eliminazione in Coppa Uefa (ottobre 1987, Milan-Espanyol 0-2 a Lecce ndr.) la vittoria di Verona arrivò a proposito. Del resto il mio compito era fare gol e feci il mio dovere. Ma Sacchi, credetemi, sarebbe rimasto comunque”.
Poi un confronto fra Arrigo Sacchi e Sacchi Liedholm, suoi allenatori nell’esperienza in rossonero: “Sono diversi, soprattutto nel carattere. Entrambi, però, furono dei rivoluzionari. Non scordiamoci che Liedholm costruì quel Milan che Sacchi portò in cima al mondo”.
Su quello che è stato il momento più alto della sua carriera non ha dubbi: “La doppietta a Napoli nel 1988. Quei due gol firmarono la rimonta sul Napoli e, di fatto, vollero dire scudetto. Ricordo Maradona che, alla vigilia, caricò da par suo l’ambiente: “Oggi voglio vedere solo bandiere azzurre”, disse. Ricordo che alla fine la gente ci applaudì, il ricordo più bello fu l’omaggio di quel grande stadio a noi rossoneri”.
Ma c’è stata anche un’altra partita che per la sua carriera ha contato moltissimo: “La finale di Coppa dei Campioni con lo Steaua Bucarest del 1989. Entrai dopo un’ora al posto di Gullit, anche se non stavo bene. Ricordo furono i compagni a volere che io entrassi, per far parte di quel trionfo. Pochi minuti e mi feci male di nuovo, però l’importante era esserci. Non lo dimenticherò mai”.
Redazione MilanLive.it