Perché un allenatore dovrebbe venire in questo Milan?

Allenatori

Filippo Inzaghi nella prossima stagione non sarà più l’allenatore del Milan, questo è sembra essere ormai acclarato da qualche tempo. L’esperienza di Pippo nel ruolo di allenatore della prima squadra si sta rivelando fallimentare. In parte per la sua inesperienza (fare due anni nelle giovanili non corrisponde proprio alla famosa ‘gavetta’) e sia perché il materiale messogli a disposizione da parte della società non era idoneo per raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio stagione.

 

Il Milan non ha certamente un organico da 3° posto, ma pensare di raggiungere il 3° posto era utopia. Nelle prima giornate in molti si erano illusi che potesse avvenire il miracolo, ma ben presto ci si è resi conto che già la qualificazione all’Europa League sarebbe stata eventualmente un grande successo. Purtroppo anche quella sta sfumando e per il club rossonero si prospetta un’altra annata senza coppe europee. Un disastro sia sotto l’aspetto dell’immagine che economico.

 

Inzaghi è finito ne banco degli imputati, giustamente, e sono in molti a volere il suo esonero immediato. Anche in società ci stanno pensando, nonostante l’unica alternativa sia promuovere Mauro Tassotti nel ruolo di traghettatore sperando che riesca a dare una scossa all’ambiente. Qualcuno vorrebbe il ritorno di Clarence Seedorf, in virtù dei 35 punti ottenuti ne girone di ritorno del passato campionato, ma è non è un’ipotesi percorribile dato che i rapporti tra l’olandese e la dirigenza sono ormai compromessi.

 

Chi sarà allora l’allenatore del futuro? Al Milan sono stati accostati profili come quelli di Antonio Conte, Vincenzo Montella, Luciano Spalletti e persino Jurgen Klopp. Tutti questi sono comunque obiettivi difficili per il club rossonero. E non parliamo solo del fattore economico o dell’esistenza di un contratto che li lega ad altri club o federazioni. La questione centrale è: cosa può offrire il Milan dal punto progettuale a queste persone per convincerli ad intraprendere questa avventura? E’ un quesito che va rivolto a qualsiasi allenatore di medio-alto profilo che viene associato al club di via Aldo Rossi.

 

Anche immaginando che Silvio Berlusconi riesca ad accontentarli a livello di stipendio, poi ci si troverebbe di fronte ad una questione di importanza fondamentale. La campagna acquisti. Questo Milan ha bisogno di essere rafforzato in maniera importante, con acquisti mirati frutto di idee e programmazione. I giocatori che vengono scelti devono essere funzionali ad un progetto tecnico-tattico. Questa deve essere la priorità. Invece in casa milanista si guarda prima al fatto che siano parametri zero o trasferibili in prestito e poi alla loro utilità in un contesto di squadra.

 

Perché Montella dovrebbe lasciare la Fiorentina? Perché Conte dovrebbe adire addio alla nazionale? Perché Spalletti dopo l’esperienza allo Zenit dovrebbe legarsi al Milan? Perché Klopp (l’ipotesi più fantasiosa e meno concreta tra quelle emerse) dovrebbe salutare un ambiente come quello di Dortmund per approdare nel caos di Milanello?

 

Una volta si diceva che nessuno può rifiutare il Milan per la storia che ha il club, ma un allenatore già affermato e con determinate ambizioni sceglierà destinazioni che possano aiutarlo a crescere e a raggiungere determinati risultati vedendosi appoggiato dalla dirigenza per quanto concerne le scelte in sede di calciomercato. E’ complicato immaginare che i nomi che ci sono stati accostati possano effettivamente approdare in rossonero, ora come ora non avrebbero motivo di sposare questa causa.

 

Se al Milan non ci sarà una svolta, le campagne acquisti verranno fatte nuovamente all’insegna dell’accattonaggio e della casualità. L’unica speranza per i tifosi è che Silvio Berlusconi venda il club a qualcuno disponibile a riportarlo ai fasti del passato. Con l’attuale proprietà sembra ormai proibito poter sognare ancora.

 

Matteo Bellan

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