Albertini: “Favorevole al Milan italiano di Berlusconi. Il nuovo stadio è una necessità”

Demetrio Albertini
Demetrio Albertini (Getty Images)

Il sito ufficiale acmilan.com, riporta le parole rilasciate in esclusiva a Milan Channel dall’ex campione rossonero Demetrio Albertini. L’ora dirigente sportivo ha toccato diversi temi durante l’intervista, come per esempio il Mondiale del 2022 in Qatar che, secondo lui, era una scelta ormai nell’aria già dal bando di assegnazione. Sulla questione del fallimento del Parma

invece, l’ex centrocampista rossonero non ha mascherato la sua delusione, dicendo: “Non pensavo che una cosa del genere potesse succedere nella serie A, dove ci sono ricavi importanti. Ci vuole rispetto anche per la città“.

 

Albertini ha anche parole di stima da spendere per un ex collega e amico, Roberto Donadoni: “Un uomo tutto di un pezzo, un professionista, un lavoratore, che ha messo davanti a tutto gli interessi del gruppo. Non ha lasciato la barca dopo averla portata in Europa la scorsa stagione, ma ha cercato di portare avanti con senso di responsabilità questo campionato“.

 

Arrivando al tema caldo dell’intervista però, quello cioè del momento delicato del Milan, l’ex rossonero si schiera dalla parte della società e, soprattutto, si dice favorevole alla scelta del presidente Silvio Berlusconi di creare un “Milan italiano”. Ecco le sue parole: “Personalmente condivido col presidente. E’ importante il senso di appartenenza in un gruppo, soprattutto se il gruppo si sta ricostruendo, a questo si possono poi aggiungere giocatori stranieri. Sono assolutamente favorevole, è un buon inizio per tornare ad essere un grande Milan“.

 

Non poteva mancare un commento sulla situazione relativa agli stadi italiani e al progetto di Barbara Berlusconi per il nuovo stadio rossonero. Queste le sue dichiarazioni rilasciate nel corso della trasmissione ‘Terza Pagina’ su Milan Channel: “I nostri stadi sono talmente vecchi che da una parte siamo legati alla storia che racchiude. Io sono legatissimo a San Siro, però non si può avere la storia come prospettiva. Il futuro ce lo insegnano gli altri Paesi va visto con altri occhi. Credo che sia fondamentale avere lo stadio di proprietà. Poi ci sono le valutazioni commerciali e amministrative che si fanno se voler ammodernare il proprio stadio o costruirne uno ex nuovo. Le esigenze dell’Uefa sono molto più avanti delle strutture che offrono i nostri impianti”.

 

Sul caso Arrigo Sacchi e la frase infelice sui “Troppi neri nei settori giovanili”, Albertini dice la sua: “Arrigo ha già spiegato la sua situazione. Credo sia stato uno scivolone, perchè abbiamo dei ruoli. La sua storia la conoscono tutti e ha insegnato tantissimo anche a me. Il suo concetto riguardava l’eccessivo numero degli stranieri, – riporta MN.it – dargli del razzista è stato esagerato. Il problema è che avendo dei ruoli vieni strumentalizzato”.

 

Dopo la presunta lite tra Inzaghi e Cerci, Albertini dice la sua sull’ex Torino: “Sarà importantissimo per la squadra. Bisogna conoscere bene la sua storia: è un grandissimo talento che è esploso l’anno scorso contro il Torino, maturando molto. La storia del Milan è fatta da grandi campioni che in poche partite hanno segnato la storia. Mi auguro che Cerci possa dimostrare ai tifosi del Milan tutto il talento che ha”.

 

Un commento anche sul confronto tra il Ronaldinho rossonero e quello del Barcellona: “Io ho avuto la fortuna di vedere il vero Ronaldinho al Barcellona, quando è arrivato al Milan era un giocatore un po’ diverso. Adattarsi al campionato italiano non è stato facile e poi contano tantissimo gli stimoli e le ambizioni che uno ha e forse non erano così forti quando approdò al Milan.”

 

Redazione MilanLive.it

 

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