Una caduta di stile, una frase di troppo, un paragone che non doveva essere utilizzato. Arrigo Sacchi, il grande saggio del calcio italiano che ha rivoluzionato il modo di giocare nel Milan di fine anni ’80, ha commesso un grave autogol con le parole non troppo idilliache sugli stranieri che ‘invadono’ i settori giovanili dei club italiani. Il tecnico di Fusignano l’altro ieri aveva denunciato la presenza massiva di calciatori neri nelle giovanili, scatenando così lo sdegno di molti personaggi dello sport e non solo.
Il Corriere dello Sport riporta varie repliche tutt’altro che in linea con l’idea di Sacchi, che intendeva più che altro denunciare la poca fiducia nei giovani di nazionalità italiana nei vivai. Il sottosegretario alla presidenza de Consiglio Graziano Delrio ha ribattuto così: “La frase di Sacchi è un vero errore, perché non legge la realtà attuale del nostro Paese. Questa non è l’Italia di 30 anni fa, ci sono ragazzi di colore o stranieri che si sono integrati perfettamente e sono cittadini italiani di diritto. Non si può parlare del colore della pelle come problema per le giovanili“.
Molto più dura la replica di Mino Raiola su Twitter: “Nel mondo non ci sono stranieri, ma solo persone. Troppe persone ignoranti al potere in Italia, mi sono vergognato di essere italiano dopo le parole di Sacchi“. Un ex stella internazionale come Gary Lineker ha rincarato la dose: “Troppi razzisti nel calcio italiano“. Infine la proposta del responsabile del settore giovanile dell’Inter Roberto Samaden: “Per far crescere bene i nostri ragazzi non serve pensare al numero di stranieri, bensì fare come in Germania e portare il calcio e l’insegnamento nelle scuole“.
Redazione MilanLive.it