Nonostante le operazioni in sede di calciomercato negli ultimi 12 mesi si siano orientate spesso su giocatori a fine carriera pagando loro stipendi eccessivi in relazione alle prestazioni fornite in campo, il Milan punta molto sul proprio settore giovanile. I risultati di questi ultimi anni, lasciano ben sperare per il futuro, a patto che non vengano ceduti per cifre irrisorie a club stranieri: ogni riferimento a Bryan Cristante o ad operazioni simili, è puramente casuale.
In giornata, ai microfoni dei colleghi di Gazzetta Tv, ha parlato il coordinatore tecnico dell’attività agonistica del settore giovanile rossonero, Stefano Baldini, ha parlato del progetto giovani che il club svolge ormai da anni. In particolare Baldini si è innanzitutto soffermato sulla metodologia utilizzata dallo staff: “Occuparsi di metodologia oggi, significa preoccuparsi della crescita dei ragazzi a 360 gradi, sia dal punto di vista tecnico che umano. Dal decidere dal tipo di proposta di gioco che vogliamo proporre, fino all’ultima esercitazione tecnica o fisica è compito del coordinamento”
“Padroni del campo, padroni del gioco”, un diktat che il Milan, conosce, o almeno conosceva, molto bene. A tal proposito, ecco quanto afferma Baldini: “L’identità di gioco passa dal voler proporre un gioco propositivo, in modo da per poter essere protagonisti in ogni momento della gara. Vogliamo gestire la palla perché crediamo che la difficoltà maggiore oggi sia quella di proporre un calcio propositivo e offensivo di qualità che coinvolga tanto i nostri giocatori che li coinvolga e li aiuti a pensare. Possiamo dire che ci difendiamo in funzione di come attacchiamo”.
Redazione MilanLive.it