Un anno vissuto pericolosamente, recitava il titolo di un noto film australiano del 1982 con Mel Gibson; ma è l’introduzione perfetta per mettere in parallelo l’annata di lavoro per Massimiliano Allegri e Filippo Inzaghi, i due tecnici che con destini diversi si ritrovano stasera allo stadium per Juventus-Milan, big match della ventiduesima giornata.
Come riporta la Gazzetta dello Sport di oggi, l’anno di Allegri è stato un crescendo esemplare, da separato in casa al Milan, cacciato senza attenuanti a gennaio 2014 per far spazio a Clarence Seedorf dopo la batosta di Sassuolo. Una squadra che non lo seguiva più, una fiducia mancata e sei mesi per ripartire, riprogrammare il destino. La chiamata della Juventus a sorpresa dopo l’addio-shock di Conte, le perplessità della piazza a cui hanno risposto i risultati: primo posto, spazzata la resistenza della Roma di Garcia e superato il girone di Champions. Meglio di così non si poteva.
Dall’altra parte c’è il debuttante Pippo Inzaghi, buttato nella mischia dopo che, un anno fa precisamente, aveva trionfato al Viareggio con i baby rossoneri. Carisma da vendere e stima della piazza, oltre che di Adriano Galliani che ha letteralmente fatto carte false per metterlo sulla panchina di prima squadra. Una partenza super a settembre con il Milan, poi il crollo invernale, le certezze minate ma un mercato che può far sorridere. Oggi può essere la svolta per Super Pippo e una rivincita contro quella Juve che nel 2001 da calciatore lo mandò via preferendogli Trezeguet e Salas. E tonsillite a parte, il condottiero Inzaghi vuole l’impresa allo stadium.
Redazione MilanLive.it