Massimiliano Allegri non può non sentire un piccolo brivido nel riaffrontare il Milan, benché lo abbia già superato nel match d’andata in un San Siro certamente non troppo gioioso nel vederlo ritornare in panchina. Il tecnico toscano ha guidato dal 2010 al 2014 la compagine rossonera, conquistando uno Scudetto e una Supercoppa Italiana, conquistate in un periodo in cui gente del calibro di Ibrahimovic e Thiago Silva faceva ancora sognare il pubblico milanista.
Nel gennaio di un anno fa l’esonero, duro e crudo, voluto principalmente da Silvio Berlusconi, che batté le resistenze di Adriano Galliani e allontanò il tecnico, mai troppo amato si dice anche per le sue simpatie politiche verso sinistra. Il Cavaliere non ha mai avuto predilezione per quella scuola di pensiero ed ha sempre avuto difficoltà nel distinguere carriera sportivo con ideologia e cammino politico.
Come Allegri infatti non fu troppo amato da Berlusconi neanche Alberto Zaccheroni, allenatore che ebbe una parabola molto simile all’attuale juventino. Ingaggiato dall’Udinese per volere di Galliani, Zac vinse lo scudetto nel 1999 per poi deludere nelle stagioni seguenti e fu esonerato nel 2001 anche per la sua passione ‘sinistra’ non ben vista dal patron rossonero.
Quasi lo stesso accadde agli albori dell’era Berlusconi nel Milan: la Gazzetta dello Sport ricorda che nel lontano 1986 il noto giornalista Gianni Brera consigliò al neo presidente di affidare la squadra a Osvaldo Bagnoli, vincitore di uno storico scudetto con il Verona. Berlusconi si limitò a rispondere: “Bravo allenatore, però è comunista“.
Redazione MilanLive.it