Ha fatto sorridere tutti la richiesta di Silvio Berlusconi di sabato scorso, il quale in visita a Milanello per salutare il neo acquisto Alessio Cerci avrebbe domandato all’ex Atletico di radersi la barba. Una piccola presunzione del Cavaliere che può essere accostata alla volontà di far apparire i suoi calciatori come professionisti seri, con l’aspetto di impiegati di banca, giovani e puliti, come a sperare che il proprio look influisse direttamente con le prestazioni in campo.
Come sottolinea la Gazzetta dello Sport, l’effetto ‘barba’ non conta nulla, è solo uno specchietto per le allodole che nasconde i problemi seri di casa Milan. E’ la classe e la volontà che contano, lo ha dimostrato ieri mister Simone Zaza, uno che di barba hypster se ne intende. Ieri il giovane centravanti ha ammutolito San Siro con un gol pazzesco e una prestazione di qualità, mentre i ‘rasati’ Cerci, Bonaventura, El Shaarawy e De Sciglio hanno fallito. Attaccarsi alle questioni di look è controproducente per il Milan di oggi, visto che è la qualità a fare la differenza.
Redazione MilanLive.it