La Gazzetta Sportiva ripercorre la carriera di Alessio Cerci, prossimo dichiarato colpaccio di mercato del Milan, parlando anche del suo carattere, non esageratamente dissoluto ma pronto ad accendersi in molte occasioni, un po’ come il suo talento, sornione ma sempre vispo e ricco di qualità e genio.
Soprannominato da ragazzo ‘l’Henry di Valmontone’, Alessio cresce nelle giovanili della Roma, dove sembra un predestinato già ai tempi di Fabio Capello. Inevitabile però mandarlo a fare esperienza in giro per l’Italia, dove tra Brescia, Pisa e Atalanta conosce il mister che lo aiuterà nella svolta: Giampiero Ventura, che con i pisani lo lancia come promessa annunciata del calcio italiano. Il ritorno a Roma non è positivo, troppo discontinuo per la calda piazza giallorossa, dunque prova con la Fiorentina ma l’idillio non arriva neanche in viola.
Criticato per le sue irregolarità dentro e fuori dal campo, Cerci si difende così a Firenze: “Se mi attaccano rispondo da uomo, comunque resto una persona semplice, non bevo, non fumo e non vado a mignotte”. Gli amici di sempre, la fidanzata di sempre, qualche vezzo da ‘calciatore’ ma poco altro. Eppure i litigi con il tecnico Mihajlovic a Firenze non mancano e la rottura è automatica.
E’ qui che torna in gioco Ventura, che lo vuole per il suo Torino dove in due stagioni diventa leader e bomber prolifico, da ala si trasforma in seconda punta e conquista anche la Nazionale maggiore. Un diverbio con il suo mister rischia di nuovo di mandare in frantumi tutto, ma l’affetto e la professionalità prevalgono. Gli ultimi mesi parlano di chance all’Atletico non troppo fortunata e di Milan, il trampolino per il salto di qualità definitivo.
Redazione MilanLive.it