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Diego Lopez: “Al Milan grazie ad Ancelotti. Credo nel 3° posto, a Roma per vincere”

Diego Lopez (Getty Images)

Diego Lopez è arrivato al Milan nell’ultimo calciomercato estivo proveniente dal Real Madrid ed ha suscitato nei tifosi un mix tra soddisfazione e perplessità. La prima perché si trattata di un portiere titolare da due anni nei blancos e che avrebbe finalmente scalzato un altalenante Christian Abbiati nel ruolo di numero 1. La seconda perché lo spagnolo ha più di 30 anni e avrebbe guadagnato ben 2.5 milioni di euro netti all’anno per tre anni. Gli scettici si sono dovuti ricredere visto che il nuovo estremo difensore rossonero sta avendo un buon rendimento ed ha salvato diverse volte la porta della propria squadra. L’infortunio di Parma è solo un lontano ricordo e lo sguardo è assolutamente rivolto al presente e al futuro.

 

Il quotidiano sportivo Tuttosport ha intervistato Diego Lopez per commentare la sua esperienza al Milan e nel campionato italiano di Serie A.

 
Diego Lopez, pronto a sfidare un’icona come Francesco Totti?
«Lui è una grande stella del calcio italiano, ma la Roma non è solo Totti, ci sono tanti campioni in attacco, sarà difficile arginarli».

 

All’Olimpico mancheranno quattro difensori e la retroguardia del Milan non dà ancora certezze granitiche. Preoccupato?
«Nelle ultime tre partite abbiamo subito solo un gol a Genova. Dobbiamo migliorare molto, ma la fase difensiva richiede un lavoro importante di tutta la squadra. Contro il Napoli abbiamo concesso qualche occasione, ma ci sono state cose positive da confermare».

 

Che partita sarà sabato sera?
«Bella, spettacolare. Per noi sarà una grande opportunità per continuare il percorso di crescita. Dopo aver battuto il Napoli, dovremo andare all’Olimpico per cercare i tre punti. Non è semplice, ma ci proveremo anche se affrontiamo una squadra che lotterà per lo scudetto fino alla fine con la Juventus».

 

Crede al terzo posto?
«Sì, certo. Ma sarà dura: ci sono moltissime squadre che ambiscono alla Champions. Il Napoli resta forse la rivale più accreditata, ma Inter e Fiorentina stanno risalendo, le genovesi e la Lazio stanno giocando molto bene».

 

Ha mai giocato all’Olimpico?
«Nell’ottobre del 2009, in Europa League: col Villarreal perdemmo 2-1 contro la Lazio. E’ uno stadio importante, c’è una bella atmosfera, ma…».

 

Dica.
«Gli stadi vuoti sono l’unica cosa che non mi piace del calcio italiano. In Spagna, Inghilterra e Germania la cornice di pubblico è più bella. Per il resto adoro tutto del vostro paese, a Milano mi trovo benissimo, è un’esperienza di vita importante. Ho trovato una società organizzatissima e un ambiente ideale a Milanello. Ho un ottimo rapporto con Abbiati e Agazzi, due ragazzi straordinari che mi hanno aiutato a inserirmi».

 

Sbagliamo se affermiamo che si trova al Milan grazie anche a Carlo Ancelotti?
«No, ho parlato con l’allenatore e anche col suo preparatore dei portieri Villiam Vecchi. Mi hanno aiutato a prendere la decisione, parlandomi benissimo del Milan e della sua storia. Per me è stata un’importante opportunità da cogliere. Fra l’altro Vecchi mi ha raccontato che già nel 2005 il Milan voleva prendermi, lui mi aveva visionato in diversi dvd».

 

Cosa l’ha spinta a venire al Milan, la voglia di un’esperienza diversa o la concorrenza di Casillas?
«I motivi sono svariati: essere in tanti a Madrid non era facile da gestire. Finché eravamo Casillas ed io le cose potevano andare, ma quando il Real ha acquistato Navas ho capito che la situazione poteva peggiorare».

 

E’ stato pesante convivere con il capitano del Real? Le ha tarpato le ali anche in Nazionale…
«La scorsa stagione il dualismo ha beneficiato a entrambi. Io ho giocato la Liga, Casillas la Champions. Sono stato titolare nel Real Madrid per due campionati consecutivi, con Mourinho in un momento delicato e con Ancelotti dopo che Casillas si era ripreso dall’infortunio: non mi lamento».

 

Mourinho, Ancelotti e adesso Inzaghi: in molti paragonano il suo attuale allenatore ad Ancelotti.
«E’ difficile e prematuro compararli. Ancelotti allena da 20 anni, ha vinto tanto in giro per l’Europa, Inzaghi ha appena iniziato. E poi è differente allenare questo Real Madrid e il Milan».
Parlando di attaccanti: Torres come sta vivendo il momento nero?
«Lo vedo tranquillo. Ultimamente non sta giocando, ma si allena bene, è forte mentalmente e ha esperienza. Sono sicuro che ci darà una grossa mano».

 

E’ rimasto impressionato da qualche portiere della serie A?
«Perin: ha tecnica, piedi buoni, è forte fisicamente e rapido. E’ il dopo Buffon in Italia. Se lo consiglio al Milan per il futuro? C’è tempo, ne riparliamo fra 4-5 anni».

 

Redazione MilanLive.it

 

Scritto da
Matteo B.