Giacomo Bonaventura è il volto del nuovo Milan di Inzaghi: un atleta formidabile e umile, capace a fare tutto in campo senza risparmiarsi, anche se non ha un nome altisonante o esotico. La Gazzetta dello Sport ripercorre oggi la carriera del centrocampista del momento, autore del gol del 2-0 rossonero contro il Napoli e a livello di media voto uno dei migliori in assoluto nella rosa del Diavolo.
Il piccolo Giacomino, originario di San Severino Marche, fu lanciato nel calcio da Antonio Bongiorni, osservatore dell’Atalanta e direttore capo della piccola società satellite del Margine Coperta, un club atto a raccogliere giovani talenti italiani e provarli prima di smistarli nel club orobico. Fu lui a credere alle potenzilità del piccolo Bonaventura come racconta oggi: “Lo visionai a Tolentino, aveva un grande talento ma era gracile. I genitori mi dissero di occuparmi del loro Giacomino. Era sensibile ma inattaccabile“.
Il racconto amarcord di Bongiorni ripercorre la sua esplosione: “Ricordo un match tra Margine e Lucchese a livello giovanile, Jack era il più bravo, aveva segnato ma prese tanti calcioni. Lo tolsi per paura si facesse male e perdemmo 2-1. Era già un leader. La sua umiltà si misura quando nel 2013 con il Margine vincemmo il titolo dei Giovanissimi: Giacomo è venuto da Formentera per festeggiare con noi, non ha mai dimenticato l’esperienza qui“.
Oggi è un titolare del Milan e un calciatore nel giro della Nazionale. Bongiorni è stato un padre per Bonaventura, il quale rappresenta quel piccolissimo barlume di speranza per un calcio italiano in crisi ma ancora capace di plasmare ottimi talenti e costruire belle storie di sport e attaccamento.
Redazione MilanLive.it