Cristian Zapata in questa prima parte di stagione non ha certo brillato nella fragile difesa del Milan. Il colombiano troppo spesso è stato protagonista di leggerezze che sono costate care ai rossoneri. Anche nel derby contro l’Inter con un rinvio sballato ha regalato a Joel Obi il pallone del pareggio. Il giocatore sudamericano ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport per parlare del suo momento e di quello della squadra.
Zapata, si ricorda che esattamente un anno fa viveva il suo miglior momento al Milan? Gol a Glasgow e gol alla Roma nello spazio di 20 giorni. Cos’è cambiato da allora?
«Per tornare quel giocatore avrei bisogno di continuità, che ora mi manca. E’ difficile gestire una situazione in cui magari giochi bene una partita senza certezza di esserci la volta dopo. Avrei bisogno di fiducia, anche se mi rendo conto che gestire 28 persone è dura».
L’appello a Inzaghi ora è stato lanciato. Al di là delle panchine, come lo vede?
«Sta facendo bene. Ovviamente ha tante cose da migliorare, come tutti noi, ma ce la sta mettendo tutta per portarci di nuovo in alto. Io spero di tornare presto a essere titolare fisso, perché con la discontinuità è difficile trovare il ritmo».
Inzaghi ci sta provando: a che punto è lo stato dell’opera?
«Dobbiamo ricominciare subito a vincere, perché solo vincendo si torna in Champions. Il derby è stato un’occasione sprecata, siamo tristi per com’è andata. Comunque non si vince più anche perché per una squadra come il Milan non fare risultato equivale ad avere molta pressione addosso. E non si va in campo tranquilli».
Un gruppo di professionisti dovrebbe saper combattere la pressione.
«Non è l’unico motivo. Abbiamo trovato difficoltà anche perché si è cambiato molto giocatori e moduli. Per me il sistema con cui siamo più pericolosi è il 4-3-3».
Mexes è riuscito a inserirsi nella rotazione solo ora. Una volta facevate coppia fissa: contento di averlo ritrovato?
«Molto. Io e lui ci capiamo al volo. Era triste vederlo fuori: ha tanta qualità e esperienza, non mi so spiegare tutte quelle panchine».
Dopo un inizio sofferente si può dire che la difesa abbia trovato una quadratura?
«La retroguardia non è quasi mai stata la stessa e quando cambi spesso uomini è difficile trovare l’equilibrio. Abbiamo preso tanti gol perché la coppia centrale è cambiata molte volte. Io stesso so di aver fatto alcune prove negative. Col Palermo ad esempio è andato tutto male. So che devo dimostrare ancora tanto, ma non ho dubbi sulle mie qualità».
Si può dire che Rami e De Sciglio sono le due facce della difesa?
«Vedere Rami terzino è stato strano, lui che è grande e grosso. Ma ha fatto bene. Mattia non deve preoccuparsi, nel calcio capita di non essere al top».
Anche Torres non se la passa bene. Balotelli è un rimpianto?
«Fernando è uno che dà una mano, lotta e corre. Mario andava un po’ per conto suo. Si lavora bene anche senza di lui».
Redazione MilanLive.it