Dal Canto spiega l’errore di El Shaarawy: “Troppa voglia”

Stephan El Shaarawy (Getty Images)
Stephan El Shaarawy (Getty Images)
Un errore di troppo. Stephan El Shaarawy nel derby è stato decisivo nel bene (con l’assist a Menez) e nel male (con il clamoroso errore che ha impedito al Milan di riportarsi in vantaggio). Intervistato da MilanNews.it, Alessandro Dal Canto, ex tecnico del Faraone nella stagione 2010-2011 al Padova quando segnò 7 gol in 25 partite in Serie B, e ne fece altri 2 nelle 4 gare dei play off:
Hai visto il derby? Come ti è sembrato?

“Sì, ho perso solo gli ultimi venti minuti. La prima metà della gara, a parte l’inizio, il Milan ha fatto un’ottima partita. El Shaarawy il primo tempo lo ha fatto molto bene, indipendentemente dal risultato finale”.

 

Cosa gli è successo nell’occasione del gol fallito davanti ad Handanovic? Ha pensato troppo? Troppo condizionato?

“La palla non gli è rimbalzata benissimo sulla conclusione. Ha sbagliato Icardi a tu per tu col portiere, ha sbagliato anche lui. Può succedere anche ai giocatori più bravi. Forse nel suo caso la voglia di poter essere determinante lo ha tradito, o magari un po’ di ansia…però tutto normale”.

 

Voci del giorno dopo raccontano di un Faraone silenzioso e chiuso in casa. Più emotività o delusione perché era il derby?

“Per come lo conosco io non è un ragazzo emotivo. E’ più che altro deluso perché poteva essere la rete che gli impennava la stagione. Segnare un gol determinante per la vittoria di un derby può essere qualcosa che all’improvviso ti trasforma un’annata in sordina in una in salita. Ci può stare che un errore faccia pensare per qualche giorno un calciatore che ha subito la cosa, ma penso finisca lì”.

 

Ricorda episodi simili quando lo ha allenato al Padova?

“Io l’ho avuto diciannovenne e fece un signor campionato. Quell’anno abbiamo inanellato un filotto clamoroso, quindi quando le cose vanno sempre bene è difficile dare un giudizio su qualsiasi calciatore”.

 

Intanto domenica c’è in casa l’Udinese. Non sarà il derby, ma le due squadre hanno la stessa posizione di classifica. Come lo vede in questa sfida?

“Il calcio ti dà la possibilità tutte le domeniche di far qualcosa meglio della precedente o di confermare quanto di buono già fatto. La prossima partita con un’avversaria diretta non va vissuta con ansia, altrimenti si rischia di far peggio e Stephan lo sa. In questo momento chiaramente prevale la voglia di far vedere quello che ha fatto nelle stagioni passate, ma deve farlo con calma perché la fretta non porta a nessun risultato”.

 

Per Inzaghi meglio un El Shaarawy che sbaglia un gol o un Torres fantasma?

“Stiamo parlando di due grandi giocatori. Per un calciatore straniero abituarsi al campionato italiano non è facile, perché viene da una realtà molto differente. Io aspetterei a dare giudizi su un campione. Per Stefan invece  ci sarà la voglia di dimostrare che l’errore del derby è stato solo un caso. È giusto che un giocatore provi questo sentimento, però ripeto finisce qui”.

 

Conte ha detto che sta a lui decidere se essere un calciatore grande o normale. Ha ragione il ct della Nazionale?

“Le qualità per diventare un  campione le ha tutte. Essere un grande giocatore vuol dire essere una persona completa soprattutto sotto l’aspetto morale, oltre che tecnico. Da quest’ultimo punto di vista è già un grande giocatore, sotto l’aspetto caratteriale lo diventerà con gli anni se crederà in quello che fa”.

 

Redazione MilanLive.it

 

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