L’attila d’Inghilterra, Mark Hateley, il 28 ottobre 1984 entrò nella storia dei derby tra Milan e Inter. Intervistato dal mensile “Forza Milan”, ricorda quel gol che fece impazzire di gioia i tifosi rossoneri: cross preciso di Pietro Paolo Virdis, incornata di testa a sovrastare l’ex rossonero Fulvio Collovati, e palla alle spalle di Walter Zenga: “Ricordo ancora quella giornata – racconta Hateley -. Una delle più belle della mia carriera. Al Milan è sempre stato tutto piacevole per me. Ero arrivato giovane e quella partita con l’Inter arrivò molto presto. Non sapevo praticamente nulla dell’importanza che aveva questo match per la società e per la gente, solo sentivo l’entusiasmo perché eravamo anche partiti bene in Campionato. La mia ‘ignoranza’, la mia ingenuità rispetto al derby mi ha sicuramente aiutato, perché non avvertii la tensione dell’approccio. Per me – riporta MN.it – era ‘solo’ un’altra partita. Certo, qualcosa mi era stato detto, per esempio che erano sei anni che non vincevamo. Ma io scesi in campo convinto e rilassato, mi sono goduto l’ambiente, la grande atmosfera che c’era.”
Poi racconta come si svolse quella partita: “Me la ricordo molto bene: il gol di Di Bartolomei e prima ancora il gol di Altobelli, che poi mi è capitato di incontrare spesso finita la carriera. Parlavamo sempre di quel derby, lui avrà anche segnato. Ma il gol della vittoria l’ho fatto io, e questo mi rimarrà sempre, è stato fantastico. Una palla perfetta, un’azione perfetta – ricorda Hataley -. Nel mio studio ho ancora due copie di quella immagine. Ho sempre segnato molti gol in quella maniera, quando azzeccavano il cross il gioco era fatto e quello di Virdis fu semplicemente perfetto. Così come io arrivai lì col perfetto passo, feci il perfetto stacco, anche la distanza da Collovati, che non riuscì a contrastarmi, era quella giusta”.
Un pensiero anche per Fulvio Collovati, che da capitano del Milan, aveva lasciato i rossoneri per passare all’Inter: “Con Collovati non ci dicemmo niente. La verità è che quando giocavo ero veramente chiuso con tutti. Ero totalmente concentrato sulla partita e su cosa dovevo fare. Ed è stato così anche con Collovati, i nostri duelli sono sempre stati molto leali, lui è sempre stato corretto ed era un calciatore di sicura qualità. Ero a conoscenza del suo passato, di che cosa era successo: lui era stato il capitano del Milan e rifiutò di rimanere nel club ed è per questo che penso che la storia del mio gol, dello stacco sopra di lui è stata una grande cosa soprattutto per il Milan. A me piace pensare che quel gol e quella partita siano stati l’inizio di un nuovo cammino, di una nuova era, di tutte le cose straordinarie che poi il Milan ha fatto nei 10-15 anni seguenti”.
Hateley lasciò il Milan nel 1987, proprio nel momento in cui stava nascendo l’era Berlusconi: “È stato davvero un peccato non avere fatto parte di quella squadra. Penso che la società stesse crescendo, l’arrivo di Berlusconi cambiò tante cose. Il club aveva delle idee che non erano più le idee giuste per me e mi spiacque molto. Andai al Monaco e poi ai Rangers. Il Milan invece andò sui tre olandesi, giocatori fantastici. Credo che sarebbe stato difficile tenermi senza giocare a causa della popolarità che avevo presso i tifosi. Per questo dissi alla dirigenza tenetemi per giocare oppure fatemi andare via, ma proprio via dall’Italia. Perché per me sarebbe stato difficile giocare contro il Milan, una squadra e un ambiente a cui sentivo comunque di dovere tanto”
Sul rapporto con i tifosi rossoneri: “Con i supporters rossoneri il rapporto era speciale. Io ho sempre giocato in quello stile: correndo, lottando su ogni pallone, saltando, contrastando, sentivo di dover restituire quello che ricevevo proprio dai tifosi. I ricordi sono ancora tutti lì e sono tutti molto forti. È stato bellissimo. Ho un sacco di oggetti e di cose, a casa mia e nel mio studio, che mi fanno venire in mente il Milan, come posso non essere un tifoso? È sempre rimasto dentro di me, ho tanti di quei ricordi, vedo le foto e provo emozioni, mi riportano indietro di trent’anni.”
Infine un pensiero per la società rossonera, di cui è tuttora un grande tifoso: “Ho grande ammirazione per il club, per Galliani, Braida e ovviamente il presidente Berlusconi, che hanno fatto un lavoro straordinario, il Milan è stato un modello per tanti. Negli anni seguenti ho goduto delle grandi vittorie. Ogni volta che posso vedere giocare il Milan lo guardo, sono sempre un grande milanista“.
Redazione MilanLive.it