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Categorie: Milan News

Inzaghi: “Io, Ferguson del Milan. Il derby? In panchina sarà un’altra cosa”

Filippo Inzaghi (Getty Images)

Il Corriere dello Sport di oggi ha intervistato mister Filippo Inzaghi, allenatore del Milan dalla scorsa estate. Un bilancio dei suoi primi mesi da tecnico in prima squadra e degli obiettivi futuri in questa lunga e corposa chiacchierata odierna:

 

Buongiorno Inzaghi, ma c’è qualcuno qui al Milan che è arrabbiato con lei? Non sembrerebbe…

«Sì, qualcuno c’è… Si tratta di Fondazione Milan».

Il motivo?

«Qui fra di noi c’è talmente tanta armonia, tutto fila così liscio che finora nessuno ha pagato una sola multa (qui al Milan sono devolute tutte in beneficienza attraverso la Fondazione, ndi) per ritardi, assenze, manchevolezze di vario genere».

Ma forse a questo Milan manca qualche punto in classifica…

«Abbiamo sbagliato solo la gara contro il Palermo (0-2, ndi). Abbiamo chiesto scusa ai tifosi, non si meritavano una sconfitta così. Ci faremo perdonare».

A proposito di punti: quanti ne avrebbe in questi momento il Milan di Inzaghi e Shevchenko?

«Quello che è stato è stato… È inutile guardarsi alle spalle. L’importante è che questa sia la strada giusta. Ci vuole un po’ di pazienza. Piano, piano torneremo a essere il Milan che tutti i milanisti sognano. Ai miei tempi quei 20 giocatori del Milan erano i più forti d’Europa».

L’attacco rossonero sembra essersi inceppato. Mancano, comunque, due «killer» d’area come Inzaghi e Shevchenko.

«L’importanza degli attaccanti è fondamentale. A parte Honda (capo-cannonienere rossonero con 6 reti, ndi) non c’è un centravanti che ha fatto tanti gol. Spero che arriveranno presto da Torres e Pazzini. Spero che succeda a Torres quello che è successo a Crespo con Ancelotti (campionato 2004-2005, ndi)».

Inzaghi è contento in questo del momento del suo Milan?

«Sì, io sono soddisfatto. Come detto l’unica partita sbagliata è stata quella con il Palermo dove abbiamo fatto male dopo aver subito quei due gol. Sono felice del gioco. Così come abbiamo sbagliato a San Siro contro il Palermo, dico che la miglior partita è stata quella contro la Sampdoria per il gioco espresso. Siamo sulla strada giusta. La strada è stata tracciata. Partita dopo partita bisogna proseguire così».

Cosa manca ancora?

«Ci sono dei “difettucci” che ci limitano, sappiamo che dobbiamo crescere. La fase difensiva innanzitutto: bisogna imparare a difendere tutti insieme».

Inzaghi sta viaggiando alla stessa media di Seedorf (17 punti in 11 giornate) ma la Juventus è già irraggiungibile, come un anno fa.

«Quella è una squadra già collaudata. Il Milan sta cercando di ripartire, vogliamo tornare grandi prima possibile. Si vede comunque l’impronta della società e del presidente. Ci servirà per valutare molto meglio la rosa. La società mi darà una mano in gennaio».

Il prossimo derby non deciderà la corsa-scudetto ma, forse, il destino di Mazzarri. Quello di Inzaghi appare sicuramente più solido e consolidato.

«Queste non sono problematiche che mi toccano. Io impiego il tempo a mia disposizione per lavorare, vedo un bello spirito qui fra di noi. Tutti i giorni sono impegnato insieme al mio staff per fare in modo che torni al più presto il Milan che faccia la felicità dei tifosi».

Sbaglia chi etichetta il prossimo derby come quello dei…poveri?

«Noi tutti su entrambi i fronti diamo sempre il massimo, anche durante le annate difficili. Nella storia ci sono sempre cicli grandissimi, altri lo sono meno… Adesso bisogna riavviare qualcosa. Tutte e due le società di Milano torneranno grandi».

Il meglio e il peggio del Milan di Inzaghi

«Lo spirito di questo gruppo è eccezionale, pensavo di trovare più problemi. Nessuno fino a questo momento ha tradito le regole. I tifosi devono essere contenti».

Le rivelazioni di questo Milan.

«De Sciglio ed El Shaarawy rappresentano il meglio del suo futuro».

Un primo bilancio di Inzaghi allenatore del Milan?

«Io sono sempre molto autocritico. Forse potevo fare di più, qualcosa potevo farla anche meglio. Anche se trascorro dieci ore tutti i giorni a Milanello».

Questo Milan ha forse problemi di concentrazione?

«Io direi che il problema sono anche gli avversari. Non è facile evitare qualche gol di troppo, ma dobbiamo migliorare».

Il primo derby non si scorda mai, si dice. Quello di Inzaghi da giocatore?

«Campionato 2001-2002, allenatore Terim. Finisce 4-2 per noi e io segno un gol di testa».

Cosa disse l’Imperatore a Inzaghi? Cosa dirà Inzaghi fra due sabati alla vigilia del suo primo derby da allenatore?

«No, non ricordo cosa mi disse Terim… Ma il derby di Milano è unico: non c’è bisogno di dire tante cose».

L’emozione di Filippo Inzaghi questa volta sarà diversa?

«Sì, perchè fare l’allenatore è un’altra cosa. Così sarà per il derby… Non poter andare in campo significa accumulare tensione che è difficile da smaltire».

Inzaghi stile di vita e di calcio. La sua passione, però, resta inimitabile in questo Milan.

«No, non sono d’accordo. In tutte le partite che finora abbiamo disputato, nessuna squadra ha avuto più voglia di noi. Nessuna si è dimostrata più brava di noi per serietà e per dedizione al lavoro. C’è amore per questa questa maglia in tutti i giocatori».

Qui al Milan, a detta di tutti, si respira un aria diversa con Inzaghi sulla panchina. Che meriti pensa di avere il nuovo allenatore?

«Il valore dell’allenatore è difficile da decifrare dopo pochi mesi. Se non dovesse andare bene, cambierebbero i giudizi. Abbiamo iniziato un nuovo ciclo. Il nostro primo obiettivo è rivincere lo scudetto».

Torres, uomo-derby. Missione difficile ma non impossibile?

«Parlo spesso con Fernando. Ancora oggi è molto condizionato dall’infortunio alla caviglia di inizio campionato, ma da domani (oggi, ndi) dovrebbe riprendere ad allenarsi in gruppo al cento per cento. Tutti i giorni dà il massimo di sé».

Quanto darebbe Inzaghi per essere in campo nel prossimo derby?

«Ma io in campo ci sarò. Dovrò essere bravo a preparare la partita».

Dopo le premesse della scorsa estate avrebbe mai pensato di arrivare al derby d’andata con un punto in più rispetto all’Inter?

«Guardo poco la classifica, sono molto razionale e penso ai miglioramenti di questa squadra. A fine di dicembre. trarremo le prime conclusioni».

Milan e Inter sono divise in classifica da un solo punto, eppure gli stati d’animo delle due squadre e dei due allenatori sono diametralmente opposti. Per Mazzarri rischia davvero di essere una partita decisiva.

«Io ho grande stima di Mazzarri. È un allenatore di grande esperienza, è da tanti anni che lavora sempre con grande serietà. Il clima è diverso qui al Milan? C’è grande fiducia. Forse è questa la differenza sostanziale».

Milan imbattuto fuori casa mentre a San Siro ha già collezionato le uniche due sconfitte di questo campionato.

«San Siro deve tornare a essere il nostro “fortino”, il nostro stadio deve darci una spinta in più. San Siro non è ancora tornato a essere come lo ricordavo io, ci vuole tanta pazienza».

Antonio Conte sostiene che per diventare un buon allenatore bisogna dimenticare subito di coniugare i verbi con «io» e bisogna passare a «noi»…

«La verità è che bisognerebbe poter diventare prima allenatori e poi calciatori… Si capirebbero tante esigenze, tanti problemi… Il ruolo dell’allenatore è davvero difficile: chi non gioca è sempre il più bravo».

Pippo Inzaghi chiude gli occhi e sogna che…

«….Fra vent’anni sarò ancora l’allenatore del Milan. Me l’ha detto il presidente Berlusconi una delle ultime volte che è venuto (come ogni venerdì, ma non oggi; ndi) a Milanello. Lui vorrebbe che io fossi sempre qui al mio posto. Io lo ringrazio e lo spero. Mi piacerebbe fare quello che ha fatto Ferguson nel Manchester (dal 1986 al 2013 ininterrottamente sulla panchina dello United per 27 anni; ndi). Il presidente mi capisce e questa maglia mi ha dato tutto».

Ferguson ha allenato sempre grandi campioni. Il presidente Berlusconi ne potrebbe «regalare» di importanti a Inzaghi già a gennaio?

«Il Milan deve tornare a fare bene in Europa. Abbiamo tutti una certezza: Silvio Berlusconi vuole sempre primeggiare in tutto. Per questo farà di tutto per riportare il Milan ai vertici».

 

Redazione MilanLive.it

 

Scritto da
Keivan Karimi