Francesco Federico Pagani, giornalista e blogger e titolare del noto blog Sciabolata Morbida, ha pubblicato il suo secondo libro, La Carica dei 301, nel quale sono raccolte le schede sulle giovani promesse del calcio mondiale. Canale Milan l’ha contattato per avere un quadro dei giovani rossoneri, da quelli già esplosi a quelli ancora sconosciuti
Nel tuo libro hai dedicato una scheda a Cristante. Dopo il suo addio tante accuse sono state mosse al Milan, sia sul piano della programmazione, sia su quello tecnico. Le condividi? Che giocatore può diventare?
Nella sostanza sì, anche se non sempre nella forma. Mi spiego: Bryan Cristante è uno dei migliori classe ’95 d’Europa, almeno potenzialmente. Quando dici di “voler costruire in casa i Messi del futuro” non puoi poi, per coerenza, liberarti di un giocatore così. E questo a prescindere da quello che poi effettivamente il ragazzo diventerà: nello sviluppo e nella maturazione di un diciannovenne influiscono moltissimi fattori. Cristante potrebbe diventare il futuro perno della Nazionale Italiana come invece perdersi e finire nelle serie minori. Ma giudicare col senno del poi è facile. Ad oggi non si può negare che cedere un giovane di prospettiva per questioni di bilancio (a fronte di soldi dilapidati in ben altri modi, leggasi l’ingaggio di Essien ad esempio) sia un passaggio a vuoto che una – ormai solo presunta – grande società non dovrebbe permettersi.
Tra i 301 ci sono ben tre giocatori del Milan nati nel 1998, un’annata di cui hai già tessuto le lodi sul tuo blog. Oltre a Cutrone, Llamas e Mastour, quali sono gli altri giocatori che meritano una menzione?
I tre citati sono giocatori interessantissimi. Invito chi non li conoscesse ad andarseli a vedere, tra Milan e Nazionale, o quantomeno a leggerne la presentazione sul mio libro: meritano. Come ricordato però quella dei ’98 è una generazione d’oro per il Milan. Non a caso sono ben sei i ragazzi di questa leva (anzi, 5 più “l’aggregato” Donnarumma) preconvocati dal CT Tedino in vista del primo turno di qualificazione agli Europei under 17.
Qualche altro nome? Si va dall’ottimo difensore Malberti sino al fantasista La Ferrara, passando per i centrocampisti Locatelli e Zanellato, più il jolly El Hilali, già aggregato alla formazione Primavera. Tutti giocatori il cui sviluppo è da seguire con attenzione.
Dopo non aver quasi mai giocato in Primavera, Hachim Mastour è arrivato in prima squadra dove non sta giocando. Cosa pensi della gestione di questo giocatore?
È – eufemisticamente – singolare. Parto da un presupposto: un ragazzo di 16 anni per crescere ha bisogno di giocare. Poi, più può confrontarsi con avversari di livello più – almeno teoricamente – può elevare il proprio livello di gioco. Dando per buona questa visione delle cose, accettata più o meno universalmente, ecco che proprio non si capisce per quale motivo Mastour non venga fatto mai giocare. Né negli Allievi Nazionali, né in Primavera, né tantomeno in prima squadra. Il dubbio, a questo punto, è che vogliano renderlo un fenomeno mediatico per poterne accrescere il valore, senza che le – eventualmente brutte – prestazioni in campo possano sgonfiarlo. Ma probabilmente è solo una malignità. Certo è che fatico ad essere d’accordo con questa gestione del ragazzo.
La Primavera di Brocchi viaggia a punteggio pieno in campionato. Quali sono, secondo te, i migliori prospetti della squadra?
Se vogliamo parlare di giocatori in grado oggi di trascinare la squadra i nomi sono due: Mastalli e Di Molfetta. Se invece vogliamo parlare di prospettive a livello assoluto, i nomi sono più o meno sempre quelli: Mastalli e De Santis li terrei d’occhio, così come Modic e Gori (già aggregato alla prima squadra dopo l’infortunio a Diego Lopez). Ma i giocatori che ad oggi mostrano i migliori margini sono i più giovani, non ancora del tutto nel giro della Primavera: Locatelli, Llamas, Cutrone e Donnarumma.
Pensi che qualcuno di questi sia pronto per la prima squadra entro le prossime due stagioni? Nell’immediato sarebbe un azzardo l’inserimento di Modic vista la ormai cronica mancanza di qualità in mezzo del Milan?
Vista la naturale ritrosia ad inserire elementi molto giovani nelle fila delle nostre squadre di Serie A (c’è un solo 95 titolare oggi, Romagnoli) è difficile dare una risposta concreta a questa domanda. Tra due anni i quattro ragazzi citati precedentemente saranno tutti più o meno maggiorenni. A seconda del livello di maturità che riusciranno a raggiungere, e con un approccio “nuovo” all’impiego dei giovani, potrebbero anche essere presi in considerazione. Una chance, comunque, potrebbe meritarla da subito Mastalli. Va provato, ma quantomeno da un punto di vista mentale e di personalità sembra già abbastanza maturo per un test ad alto livello. Su Modic… so che è un giocatore che piace molto ai tanti tifosi rossoneri che seguono le giovanili. Personalmente lo trovo tecnicamente ineccepibile, ma ancora un po’ lento in diverse fasi di gioco. Potrebbe patire il salto, oggi.
C’è chi invece il salto lo ha già fatto da tempo, ma per ora non ha mantenuto del tutto le promesse: De Sciglio. È solo giovinezza, un problema di ruolo, o semplicemente non è così forte?
Bel dilemma. Secondo me è un mix di cose: da una parte, come spesso succede a chi esordisce bene in una “big” del nostro campionato, è stato pompato e sopravvalutato un po’. Dall’altra, essendo ancora piuttosto giovane, ha comunque margini di miglioramento. De Sciglio mi ricorda insomma un po’ il caso Santon: giocatori partiti subito molto forte, che piano piano hanno messo in mostra le loro lacune, finendo per essere criticati anche oltremodo. De Sciglio non è Maldini, insomma. Ma nemmeno una “pippa”. Va aspettato e protetto come un qualsiasi altro giovane. Ha messo in mostra grandissime doti nell’uno contro uno ma anche una certa predisposizione all’errore in molte altre fasi di gioco. Proprio per questo molti lo vorrebbero centrale difensivo: è una possibilità da valutare.
Veniamo a due giovani che potrebbero faticare a trovare spazio in prima squadra: Niang e Saponara. Il primo al Milan è stato quasi sempre impiegato da attaccante esterno; il secondo dovrebbe diventare, nei piani di Inzaghi, una mezzala. Che ne pensi?
Niang lo seguo dai tempi dei suoi esordi al Montpellier: fisico già formato a 16 anni, ottime qualità atletiche ma anche uno scarsissimo feeling con il goal, che per una punta è un handicap non da poco. In Francia giocava unica punta, al Milan credo sia stato dirottato sull’esterno proprio per la sua scarsa propensione alla rete. A naso non sembra un giocatore da top club ed il Milan probabilmente farebbe bene a dirottarlo altrove, per dargli minuti e modo di provare a crescere. Su Saponara invece mi espressi già prima del suo arrivo a Milano: trasferimento sbagliato. Non tanto perché il ragazzo non possa valere l’attuale Milan, quanto soprattutto perché era logico avrebbe finito col giocare poco. Anche qui, non credo si sia di fronte ad un giocatore da top club, ma trovasse una squadra in cui giocare con continuità avrebbe almeno la chance di provare a smentirmi.
A inizio stagione hai espresso il tuo parere favorevole in merito a un ritorno di Fossati al Milan. Il giocatore, qualche anno fa inserito sempre nelle liste dei migliori ’92, a 22 anni è ancora in Serie B. Ha ancora speranze di affermarsi ad alti livelli? In certi casi, quanta colpa è del giocatore e quanta della società di appartenenza.
La speranza è l’ultima a morire, ma temo che ormai le sue possibilità di imporsi siano ridottissime. Eppure chi lo vide giocare ai tempi dell’under 17 ben conosce il potenziale enorme di questo ragazzo, all’epoca considerato uno dei migliori classe ’92 al mondo (insieme a gente come Neymar, Coutinho, Gotze ed El Sharaawy). Qui la colpa penso sia da spartire in modo più o meno equo tra tutti. In primis sicuramente anche a lui, che ha compiuto scelte professionali che non sempre hanno pagato. Senza però trascurare anche le responsabilità di Inter e Milan, le squadre responsabili della sua formazione. Purtroppo il livello del nostro calcio si è sicuramente abbassato, ma è pur vero che non tutti i giovani italiani oggi nascono scarsi. Spesso si bruciano e/o vengono bruciati crescendo.
Tra le cause della crisi del Milan degli ultimi anni c’è, secondo alcuni, anche il modo di fare mercato dei rossoneri, più attenti a cogliere occasioni e a concludere affari con gli “amici” che a sfruttare lo scouting. Quanto ha inciso secondo te nella caduta del Milan?
Moltissimo.Come ho avuto già modo di dire, non si può dire che il Milan non spenda. La realtà dei fatti è che negli ultimi anni, al netto di una contrazione della disponibilità economica, ha speso per lo più male. Il mercato dei parametri zero, fatta salva qualche rara eccezione, deve essere visto come la possibilità di puntellare la rosa, non di costruirla. Per non parlare poi degli acquisti tramite procuratori amici. Perché capisco che un giocatore possa appoggiarsi su un professionista del settore per curare i propri interessi, non che una società faccia altrettanto. È infatti logico pensare che un procuratore possa segnalarti giusto i propri giocatori, che però non sempre sono i migliori disponibili in assoluto. E allora sì, cento volte meglio una buona rete di osservatori che non l’approssimazione di questi anni. Serve un investimento alla base, certo. Ma se spendi bene i tuoi soldi in scouting, puoi star sicuro che questi ti torneranno moltiplicati, sotto forma di cash (qualora andrai a rivendere a tanto un giocatore acquistato a poco) o di trofei.
In definitiva, come sta andando il progetto giovani di cui si parla ormai da qualche anno?
Quale progetto giovani? Seriamente, se parliamo di progetto giovani declinato alla prima squadra, non vedo alcun tipo di progetto. Lo stesso El Sharaawy è oggi marginalizzato nella rosa del Milan. E dal settore giovanile, comunque uno dei più interessanti d’Italia, mi sembra si stia pescando poco-nulla. La cessione di Cristante, di cui abbiamo parlato in apertura, è poi la certificazione che il presunto “progetto giovani” sia oggi una semplice foglia di fico: si fa mercato senza un progetto tecnico solido alla base, sperando di raggiungere risultati più grazie alla fortuna che non alla programmazione. Se un progetto giovani ci fosse si seguirebbe l’esempio della Roma, ad esempio. Certo non si continuerebbe con questa navigazione a vista…