Dopo sole 5 giornate la stampa comincia già a parlare di alcuni ‘casi’ presenti nel Milan. Si passa dal caso-De Sciglio al caso-El Shaarawy, senza scordare il caso-Inzaghi. Non è un po’ troppo presto per lanciare questi titoloni? Andiamoli ad analizzare questi presunti casi.
DE SCIGLIO – Per quanto riguarda Mattia va detto che sicuramente in questo inizio di stagione non sta brillando, anche se a Cesena qualche piccolo segnale di ripresa si è visto, ma si tratta pur sempre di un giocatore giovane e bisogna dargli un po’ di tempo sperando che torni quello di due anni fa che qualcuno, gli stessi che ora lo massacrano magari, definì a sproposito il ‘Nuovo Maldini‘ . In Italia basta qualche prestazione negativa ed un giovane viene subito segato dai media, alla faccia del “Puntiamo sui giovani e diamogli fiducia“.
EL SHAARAWY – Stephan invece ha disputato un ottimo match all’esordio contro la Lazio, poi un infortunio lo ha messo k.o ed è rientrato contro la Juventus. Il Faraone non ha disputato una buona partita, così come tutta la squadra visto che la partita era stata impostata in modo prettamente difensivo costringendolo più a fare il terzino aggiunto che l’esterno d’attacco, e successivamente Inzaghi lo ha tenuto in panchina contro l’Empoli ed il Cesena. Al Manuzzi avrebbe dovuto entrare, ma l’espulsione di Zapata ha costretto Pippo ad utilizzare Alex come ultimo cambio. Anche El Shaarawy è giovane e in quanto tale bisogna portare pazienza. Parlare di ‘caso’ e tirare fuori mille questioni quando un ragazzo attraversa un periodo non facile è inopportuno. Nessuno pensa che magari l’allenatore ritiene altri elementi più in forma e che non c’è nulla di strano dietro ad una esclusione? Sono passate solo cinque giornate, ricordiamocelo.
INZAGHI – Passiamo poi ad Inzaghi. Nessuno ha parlato apertamente di caso vero e proprio, sia chiaro, però le critiche sono state molte ultimamente. Alcune giuste e altre meno. Ma davvero c’era qualcuno che pensava che un allenatore esordiente in Serie A potesse rivoltare questa squadra rendendola competitiva? Inzaghi provando a dare entusiasmo e motivazioni al gruppo non può trasformare Bonera in Nesta, Alex in Baresi, Muntari in Seedorf, Honda in Donadoni e Torres in Shevchenko o Van Basten. Pippo è all’inizio della sua avventura, ancora non sappiamo se sarà o meno in grado di diventare un bravo allenatore. Non possiamo saperlo dopo pochi mesi. Serve tempo anche a lui di sbagliare e di capire dagli errori. Anche se una volta ciò lo si faceva fare in club medio-piccoli, c’era la famosa gavetta; e quando si affidava il Milan ad allenatori magari poco esperti lo si faceva affidandogli squadre di un certo tipo e non costruite al discount come questa.
BERLUSCONI – Certi giornalisti invece di pensare a casi che non esistono nella squadra del Milan, dovrebbero pensare all’enorme caso esistente in società. Il caso di un presidente che in sede di mercato non investe mezzo euro e che pensa che basti qualche visita a Milanello per mostrare che è vicino alla squadra e che è tornato ad interessarsi delle sorti del club dopo che quei cattivoni di Allegri e Seedorf lo avevano fatto allontanare. Cosa c’è di speciale in queste visite di Berlusconi alla squadra? Assolutamente niente, sono atti di ordinaria amministrazione che dovrebbe compiere un presidente. Invece al Milan vengono celebrati come si trattasse della vittoria della Champions League. Non basta dire “Torneremo protagonisti in Italia, in Europa e nel mondo attraverso il bel giuoco entro 2-3 anni” (lo ripete da… 2-3 anni) affinché il Milan ridiventi magicamente vincente. Servono fatti, progetti e investimenti. Le chiacchere servono solo ad illudere qualche tifoso e a farne arrabbiare ulteriormente tanti altri. E con le chicchere non si diventa né competitivi e neppure si alzano trofei. Ma questo Silvio dovrebbe saperlo…
Matteo Bellan