Un’altalena piuttosto sorprendente riguarda i due terzini titolari del Milan, entrambi italiani e di ottima qualità, ma nell’ultimo anno si sono visti etichettare le nomee di ‘promessa‘ o ‘bidone‘ con troppa facilità, senza trovare un equilibrio. La Gazzetta dello Sport oggi analizza il momento di Mattia De Sciglio e Ignazio Abate, agli opposti tra umore e giudizio tecnico.
La sorpresa negativa è proprio il baby De Sciglio, che lo scorso anno era considerato il vero ‘enfant prodige’ dalle parti di Milanello. Oggi è irriconoscibile, titubante e poco reattivo, forse impaurito dal possibile errore e bloccato dai tanti infortuni muscolari subiti nella stagione passata. Con Allegri e Seedorf aveva brillato su entrambe le fasce, stranamente con Inzaghi, che lo lancia sempre sulla sua amata corsia mancina, De Sciglio appare confuso e timoroso come non mai.
Discorso inverso per Ignazio Abate, al centro delle critiche lo scorso anno sia per la troppa panchina fatta, sia per le pessime prestazioni sia con il Milan che con la Nazionale. Dopo i mesi infernali della scorsa primavera, quando Seedorf lo ha relegato ai margini della squadra preferendogli Zaccardo o Constant, dopo l’estate è rinato, prendendo confidenza e maturità con il gioco di Inzaghi. Tra i migliori in campo contro Lazio, Parma e Empoli, il numero 20 si è ripreso la maglia da titolare, dimenticando i recenti flop. Una sorta di sliding doors delle fasce difensive, che il Milan punta a risolvere.
Redazione MilanLive.it