Il Milan e tanti tifosi milanisti tornato con i piedi per terra dopo la sconfitta rimediata a San Siro contro la Juventus. Le prime due vittorie contro Lazio e Parma avevano gasato molto l’ambiente e ci si era magari dimenticati che di fronte c’era una squadra che ha vinto gli ultimi tre campionati e che rimane comunque superiore a quella rossonera. Ma visto l’entusiasmo e l’impegno messo finora si pensava di poter sopperire al gap presente. Ma non è andata bene.
Leggendo le formazioni la differenza che più si notava era quella relativa al centrocampo. Al centro il Milan schierava il trio Poli-De Jong-Muntari, due incontristi ed un incursore. Nessun giocatore di qualità pura in grado di costruire gioco e dare imprevedibilità. In queste condizioni è dura produrre bel gioco contro la Juventus. Va detto che in questo senso l’assenza di Riccardo Montolivo si è sentita e che forse andava giocata la carta Marco van Ginkel. Di fronte c’erano Roberto Pereyra, Claudio Marchisio e Paul Pogba. Proprio il francese ha piazzato l’assist decisivo nonostante una prestazione inferiore rispetto ad altre occasioni. Il confronto tra i reparti era dunque impietoso e ha messo a nudo le mancanze nella squadra rossonera, che proprio in mezzo al campo è stata sovrastata. Il solo De Jong ha retto, mentre i compagni di reparto sono naufragati. Da segnalare poi che Arturo Vidal è entrato solo nel secondo tempo e che a Massimiliano Allegri mancava Andrea Pirlo.
In attacco la differenza l’ha fatta Carlos Tevez, uno che nel corso della partita non aveva certo impressionato ma che alla prima occasione buona ha punito da vero cecchino approfittando di un buco della difesa milanista. Ha stupito la scelta di Filippo Inzaghi di inserire un vero centravanti solo negli ultimi 15 minuti. Un grande numero 9 come lo è stato lui che rinuncia a giocare con una prima punta stona un po’, anche se la formula con Jeremy Menez al centro dell’attacco aveva funzionato nelle prime due partite. Ma quella contro la Juventus era una gara diversa e si è sentita la mancanza di un giocatore in grado di tenere impegnata la difesa bianconera, di tenere palla e dare peso alla squadra. Vedremo ora se Fernando Torres e Giampaolo Pazzini avranno più spazio.
Pippo al suo primo big match non ha letto nel modo migliore la sfida. Ha puntato tutto sul carattere e sulle ripartenze attuando una strategia troppo rinunciataria per fare male a questa Juventus. Sono state pochissime le occasioni create. Non era pensabile fare gioco con un centrocampo dotato di poca qualità, ma si poteva comunque impostare diversamente la partita.
Ovviamente non si era campioni prima e non si è brocchi ora, serve equilibrio nei giudizi. Siamo ancora all’inizio e questa squadra ha ancora tanto da lavorare per migliorare e raggiungere obiettivi ambiziosi. Lo stesso Inzaghi ha bisogno di sbagliare per capire determinate cose e rivedere le sue scelte a seconda delle situazioni che si presentano. Adesso si va ad Empoli, impegno alla portata ma da non sottovalutare assolutamente. Speriamo che la boccata di entusiasmo delle prime partite non sia già stato esaurito e che il k.o contro la Juventus non abbia demoralizzato il gruppo.
Matteo Bellan