Il Milan di Filippo Inzaghi comincia a prendere forma dopo un’estate caratterizzata da batoste nelle amichevoli e da un calciomercato che ha stentato a decollare. La vittoria sulla Lazio è stata sotto certi versi inaspettata, ma più che il risultato a colpire è stato l’atteggiamento della squadra in campo. I giocatori fin dal primo minuto ci hanno messo cuore, grinta e orgoglio. Anche quando i biancocelesti erano padroni del gioco, non hanno mai mollato un attimo.
Certo, era solo la prima partita di campionato e non bisogna in alcun modo illudersi. Ma è comunque un buon segnale, soprattutto se pensiamo agli inizi di campionato degli ultimi anni nei quali si vedeva in campo una squadra spesso spompata e incapace di portare a casa i 3 punti. Adesso viene il difficile, ovvero confermarsi e avere continuità di risultati. L’impegno di Parma domenica prossima non sarà facile. I rossoneri dovranno affrontarlo con la stessa determinazione messa sul campo a San Siro contro la Lazio.
Sul piano del gioco c’è ancora molto da migliorare. E’ un Milan che si affida molto al contropiede, alle ripartenze, preferendo lasciare l’iniziativa all’avversario. Un Milan un po’ provinciale oseremmo dire, che può trovare difficoltà con squadre particolarmente chiuse. Quando si tratterà di avere il pallino del gioco come si comporterà la squadra? Lo scopriremo presto. Questa è stata una pecca importante negli ultimi anni viste le difficoltà nei movimenti senza palle e nelle verticalizzazioni, oltre che nello sviluppare la manovra in maniera veloce ed imprevedibile.
La partita con la Lazio ha evidenziato ancora una volta quando Stephan El Shaarawy sia mancato al Milan nella passata stagione. Il Faraone è un elemento fondamentale e ci si aspetta un’annata importante da parte sua. Inzaghi è chiamato ad ottenere una qualificazione europea, possibilmente in Champions League, ma non potrà fare i miracoli con una squadra costruita con poca logica e nella quale ben tre innesti importanti sono arrivati negli ultimi giorni di mercato e avranno bisogno di tempo per integrarsi. La società non ha messo Pippo nelle migliori condizioni per lavorare, ma l’ex bomber darà il massimo così come ci ha abituati da sempre.
Matteo Bellan