La prima volta non fu a Milanello e neanche nel suo giorno preferito, il 9. Filippo Inzaghi si presentò ai tifosi del Milan in un pomeriggio di metà luglio di 13 anni fa, emozionato e anche un po’ impacciato. Chi c’era ricorda che sbagliò i tempi dell’entrata in scena (il tutto si svolse insolitamente all’hotel Gallia) e si nascose dietro a capitan Maldini. Poi si fermò a firmare autografi e la penna gli cadde un paio di volte, tanta era l’agitazione provocata dal tripudio dei tifosi rossoneri. Tutto era cominciato qualche anno prima, quando papà Giancarlo incontrò Silvio Berlusconi e andò a presentarsi: «Lo porterò al Milan — disse il presidente —, mi piace troppo». Detto fatto. Dalla Juventus Inzaghi arrivò alla corte del Diavolo e non si spostò più. Con quella penna sempre in mano, non solo per gli autografi. Perché il segreto di Inzaghi è la sua maniacalità. Da giocatore ha fatto dell’ossessione il suo valore aggiunto, ha accumulato un patrimonio di sapere che è diventata una riserva di energie.
Penne ma anche fogli, blocchi, quaderni, qualsiasi cosa potesse essere utile per annotare informazioni utili. Pippo ha una memoria impressionate, è sempre stato il miglior statistico di se stesso e non solo. Da giocatore conosceva a memoria le caratteristiche dei suoi avversari, sapeva dirti da che parte si buttava meglio un portiere e qual era il punto debole di un difensore. Da allenatore non è cambiato: ha stupito i ragazzini di Allievi e Primavera presentandosi con le schede dettagliate degli avversari. Adesso si sta dedicando alla Serie A. Inzaghi ha costruito la sua carriera sull’anticipo, prevedeva e intuiva prima degli altri. Non è cambiato: ha voluto il suo staff a Milanello già il giorno prima per preparare tutto. Si è sistemato nella nuova stanza e chissà quanti ricordi gli saranno venuti in mente.
A Milanello i suoi ex compagni lo prendevano in giro per le scaramanzie: non cambiava mai tavolo, usava le scarpe con cui aveva segnato finché non erano da buttare via. Una volta mise un cuscino sulla sedia, portò bene e non lo tolse più. La sua nuova avventura è partita ieri, con un pranzo con la squadra (presente anche Adriano Galliani) e i test di MilanLab, oggi ci sarà il battesimo ufficiale. Papà Giancarlo ha interrotto le vacanze per non perderlo. Pippo parlerà in conferenza stampa a Casa Milan alle 18. Forse stavolta non si lascerà cadere la penna, ma lo sfarfallio nello stomaco sarà molto simile a quello del 2001, quando tutto cominciò. In 11 anni ha vinto tutto programmando la sua vita per dare il meglio di sé. Adesso proverà a riprogrammare il Milan per riportarlo in alto. Con l’aiuto dei suoi preziosissimi appunti.
Fonte: La Gazzetta dello Sport