L’eliminazione dell’Italia dai Mondiali ha portato con se una serie pressoché infinita di polemiche. Polemiche che si sono ahimè concentrate quasi esclusivamente su Mario Balotelli, un calciatore che di colpe ne ha, ma che fa parte di una squadra che ha fallito in toto.
La cosa che sicuramente fa più scalpore stavolta non sono le solite critiche dei giornali e dei media in generale, contro l’attaccante del Milan, ma gli attacchi più o meno fondati da parte dei veterani della squadra. A partire dal capitano Gianluigi Buffon, tanto amato e osannato dalla critica, che però stavolta ha fatto un’uscita poco elegante attaccando i giovani, i quali a detta sua, non hanno fatto bene quanto gli ‘anziani’. Tante volte abbiamo assistito ad ammissioni di colpe da parte di grandi campioni del calcio, da Fabio Cannavaro passando per Sandro Nesta o Paolo Maldini, per citare qualche campione recentemente ritirato, ma in questo caso però, abbiamo assistito a dichiarazioni piuttosto forti quanto inappropriate. “Noi ‘anziani’ abbiamo fatto bene, gli altri no!” questo è stato, traducendo in soldoni, l’attacco di Buffon. Stesso discorso vale per il “capitan futuro” della Roma, Daniele De Rossi che ha criticato tanto le “figurine” di questa squadra, con grosso riferimento a Balotelli. Anche per lui come per Buffon può valere lo stesso discorso.
E allora vien da chiedersi: come mai questi attacchi vengono fuori tutti adesso? Come mai nessun inviato in Brasile, che fosse di Sky Sport, Mediaset o Rai, non ha riportato la frattura che imperversava nello spogliatoio azzurro?
La risposta non è poi cosi difficile come sembra. Il capro espiatorio andava assolutamente trovato, ed è sembrato facile a tutti dare la colpa ai giovani capitanati da Mario Balotelli. L’umiliazione dell’Italia in questi Mondiali brasiliani non può essere strettamente ricercata nei giovani, ma va analizzata in ogni sua sfaccettatura. A partire dall’allenatore che ha fatto subito mea culpa in conferenza stampa nel post partita rassegnando le dimissioni. Cesare Prandelli sin dall’inizio del Mondiale non ha mai avuto un’idea chiara e precisa sul modulo e sugli interpreti da schierare in campo, cambiando troppe volte, perdendo certezze giorno per giorno. L’infortunio di Riccardo Montolivo lo ha portato ad accantonare l’idea che elaborava da mesi, quella appunto del 4-3-1-2 con Balotelli accanto ad una punta di movimento, che doveva essere Giuseppe Rossi, ma anche la sua non convocazione per motivi ancora non accertati, ha mandato in fumo mesi di programmazione.
La sua unica certezza però, era quella di puntare su Balotelli prima punta, un ruolo che non ha mai entusiasmato Super Mario. Buona la prima contro l’Inghilterra, con il numero 9 azzurro, che toccò soltanto due palloni mandandone uno in rete di testa, propiziato da Candreva, e un altro, definibile meraviglioso usando un eufemismo, venne salvato sulla linea da un difensore inglese. Resta il fatto che Balotelli in 2 azioni fece praticamente un gol e mezzo, cosa che non si ripeté nel match con la Costa Rica, contro cui ebbe un’occasione per segnare e invece la fallì. Apparve chiaro a tutti che la colpa fosse tutta di Balotelli, mentre dall’altra parte del campo, l’Italjuve prendeva gol da Bryan Ruiz con la grande complicità di Chiellini, disattento in marcatura, e Buffon che sbagliò completamente il tempo dell’uscita.
Quello sull’Italjuve sarebbe un discorso che meriterebbe un approfondimento ben più ampio, difficile da affrontare in questa sede. A tal proposito però va ricordato che mister Prandelli nella partita decisiva contro l’Uruguay ha avuto il coraggio di affidarsi alla difesa più forte del campionato, quella bianconera, che tanto male ha fatto fuori dai confini italiani, e quella di provare Balotelli e Immobile in avanti, voluti a furor di popolo, andando contro le sue stesse idee che definivano i due attaccanti incompatibili. Dopo un primo tempo privo di occasioni da gol, con l’Italia che praticava un possesso palla sterile e che non ha mai messo in condizioni favorevoli i due attaccanti, Prandelli fa la mossa del secolo: sostituisce Balotelli già ammonito perché, spiegherà a fine partita, temeva si potesse fare espellere. Una scelta puntualmente pagata quando durante l’ultimo quarto d’ora, l’Italia era obbligata a far gol con il solo Antonio Cassano davanti, e con Cerci, Candreva e Insigne in panchina e con Balotelli appunto, sostituito anzitempo. L’espulsione di Marchisio, sicuramente esagerata ma non inventata, e il morso di Suarez a Chiellini, non sanzionato dall’arbitro, sono stati l’unico appiglio a cui aggrapparsi. Episodi che hanno oscurato l’incredibile mediocrità delle marcature difensive sul pericolo pubblico numero uno, Diego Godin. Non uno qualsiasi, ma il difensore più prolifico dell’ultima stagione con l’Atletico Madrid campione di Spagna e vice campione d’Europa, sul quale andava dedicata una marcatura, da parte di Bonucci e compagni, ben più ferrea.
In fin dei conti abbiamo capito che i veterani della squadra, gli stessi che avevano miseramente fallito nel 2010, sono intoccabili, mentre i giovani, da Balotelli in giù, non hanno fatto ciò che dovevano fare. Questa è l’analisi più ignorante in termini calcistici, che potesse essere fatta. Bisognerebbe guardare più se stessi prima di accusare gli altri, facendo una riflessione ed un’analisi più oggettiva possibile dei fatti in questione. Troppo facile guardare le colpe degli altri, prima di analizzare le proprie. Soltanto così potremo rialzarci ed uscire dal punto più basso che la storia del calcio italiano abbia mai toccato.
Giacomo Giuffrida – www.Milanlive.it