Marco Amelia ha concesso un’intervista a Tuttosport nella quale ha parlato a 360° della sua esperienza al Milan. Ecco alcuni punti salienti.
Il rapporto con lo staff di Allegri: “Non è che non c’era feeling. Il rapporto è sempre stato di grande rispetto. Hanno preferito Abbiati anche quando io potevo giocare con continuità. Ho accettato ogni singola decisione mettendo il bene della squadra davanti al mio“.
I cambiamenti al Milan in questi quattro anni: “Ogni anno è stato diverso dall’altro. Il primo siamo partiti con molte incognite, poi sono arrivati Ibrahimovic e Robinho e la squadra è diventata forte. Il secondo eravamo più forti, ma i problemi che ci siamo creati internamente hanno fatto si che regalassimo lo Scudetto alla Juventus. Gli ultimi due, invece, li avete visti, sono stati un’altalena incredibile“.
Sui fatti accaduti in Arsenal-Milan di Champions League: “A fine partita c’è stata una discussione tra allenatore e giocatori. Abbiamo passato il turno soffrendo, nonostante una grandissima partita all’andata. Allegri e la società avevano deciso di portare due portieri in panchina per il timore delle espulsioni. La discussione, molto animata, ha coinvolto i giocatori di maggiore esperienza che manifestarono la loro contrarietà a quella scelta e non solo. Ma tutto avvenne a qualificazione ottenuta. Ma da quella partita è cambiato qualcosa. Lo Scudetto lo abbiamo perso lì“.
Sul fatto di essere uno che ci mette sempre la faccia: “Nei momenti di difficoltà hanno sempre chiesto a me e a pochi altri di andare davanti ai giornalisti perché riuscivo a fare da parafulmine nelle situazioni negative. Non ero da solo, sono stato un portavoce della squadra. Prima di parlare con i giornalisti c’era un confronto con il resto dei compagni“.
Sull’arrivo di Seedorf e le divisioni nello spogliatoio: “Con l’arrivo di Clarence c’è stato un cambio radicale dei modi di fare. Questo può aver destabilizzato il gruppo. I rapporti sono cresciuti giorno dopo giorno. Lui è una persona molto intelligente, subentrata in una condizione psicologica della squadra molto difficile. I problemi li hanno avuti dei singoli giocatori, non il gruppo in sé. Tuttavia è capitato che le tematiche dello spogliatoio non siano rimaste al suo interno e questo non deve succedere“.
Sui valori dello spogliatoio che sono andati persi e vanno ripristinati: “Sarà compito di chi gestirà il gruppo fare questo step. Qualcosa è venuta a mancare e forse la colpa è stata quella di aver perso tanti giocatori di esperienza tutti insieme. C’è stato un ribaltone nello spogliatoio e non è stato facile rimetterlo in asse. Il Milan sa bene come intervenire e la dirigenza saprà come gestire questo deficit che va sanato, perché per vincere non bastano solo giocatori forti“.
Sui fatti accaduti a Casa Milan e la presunta lite con Bonera: “Scendendo verso il pullman ho sentito delle lamentele che i tifosi stavano facendo ad El Shaarawy e mi è stato chiesto agli altri di scendere. Alcuni hanno detto che avevano già salutato, ma io gli risposto che era doveroso riscendere. Non costava niente tornare dai tifosi. E’ nata una discussione e chi era presente sul pullman sa bene i motivi per i quali è nato tutto“.
Redazione Milanlive.it