Seedorf-Milan: tutta la verità. Ecco perché Berlusconi lo ha scaricato

Silvio Berlusconi & Clarence Seedorf
Silvio Berlusconi & Clarence Seedorf

Clarence Seedorf è arrivato al Milan da conquistatore, ma dopo soli quattro mesi è stato epurato. A dire il vero già dopo poche settimane le sue possibilità di essere confermato erano poche. Silvio Berlusconi ben presto ha cominciato a pentirsi di aver puntato sull’olandese ed il processo di erosione è cominciato già il 22 gennaio con l’eliminazione in Coppa Italia per mano dell’Udinese. Alcuni giocatori già cominciavano a rumoreggiare perché l’atteggiamento del nuovo allenatore non era stato gradito.

LA CENA DI ARCORE – Il 18 marzo ad Arcore avviene un cena a cui partecipano Silvio Berlusconi, la figlia Barbara, Adriano Galliani ed alcuni calciatori (si parla di Montolivo, Abbiati e Bonera). Il patron del Milan viene a conoscenza di ciò che sta accadendo a Milanello e del malumore della squadra. La sconfitta a San Siro contro il Parma (durante la quale ci fu una contestazione della Curva Sud Milano) e l’eliminazione in Champions League contro l’Atletico Madrid rendono la situazione ancora più tesa. E Berlusconi si irrita quando Giancarlo Capelli, conosciuto come ‘Il Barone‘ e storico rappresentante del tifo organizzato rossonero, rivela che Seedorf una settimana dopo il suo ritorno al Milan ha confessato agli esponenti della Curva che tre quarti della squadra non era da Milan e che lui non gli avrebbe voluti. Arrivano delle smentite, ma non bastano a far diminuire l’irritazione del presidente.

LE ACCUSE A SEEDORF – Ma non sono i pettegolezzi sulle abitudini alimentari dell’olandese, alcuni ritardi agli allenamenti o le rivelazioni di un capo ultras a spingere Berlusconi a voler scaricare il tecnico da lui imposto dopo l’esonero di Massimiliano Allegri. Bensì alcune scelte tattiche, la gestione dello spogliatoio ed i rapporti con Galliani e Tassotti, le scelte di comunicazione. Sono questi i capi di accusa principali. Il primo strappo avviene dopo la sconfitta di Napoli dell’8 febbraio nella quale Montolivo viene escluso, Abate è schierato tra i trequartisti e Mexes riceve la fascia da capitano. Nonostante le smentite di rito, da Arcore filtra parecchio malumore.

SEEDORF TESTARDO – Berlusconi è deluso sul piano tattico: «Clarence non mi ascolta, tanto valeva che mi tenessi Allegri». Non gradisce il mormorio crescente del gruppo italiano. E’ seccato per i modi di fare di Seedorf che, prendendo alla lettera l’investitura presidenziale, pensa già a un costoso staff tutto suo per gli anni a venire con Jaap Stam, Hernan Crespo e l’ex team manager dell’Ajax David Endt, dopo aver portato a Milanello come collaboratori Maurizio Seno (esperto di metodologia dell’allenamento) e riportato Bruno De Michelis, psicologo e grande consigliere di Clarence già quando era giocatore. Nessuno negli uffici del Milan gradisce queste mosse: anche Barbara Berlusconi, così attenta al bilancio, si convince dell’inopportunità delle aspettative di Seedorf, perché nel frattempo i soldi della Champions se ne sono andati. E se in via Aldo Rossi piangono, a Milanello non ridono.

IL RAPPORTO CON TASSOTTI – L’atteggiamento di Seedorf nei confronti dello storico vice non piace. E secondo un’indiscrezione Clarence gli avrebbe pure mandato una mail notturna per spiegargli cosa può fare e cosa no. Metodi da manager che in un ambiente ‘antico’ come quello di Milanello non vengono apprezzati.

SOVRAESPOSIZIONE MEDIATICA – Seedorf rilascia un’intervista non concordata con la società a Sky e alla Gazzetta nelle quali spiega che il suo scopo è fare l’allenatore e non ambisce al ruolo di Galliani. Il suo intervento coincide con la partecipazione di Berlusconi ad un altro programma e le sovrapposizioni verbali con il presidente sono proibite. Nonostante alcuni equivoci Clarence resta convinto che basterà dialogare con il presidente per risolvere tutto. Ma non sarà così…

SEEDORF ABBANDONATO – I contatti telefonici tra i due si diradano fino a cessare, persino con Allegri c’era più dialogo. L’olandese parla di impegni presidenziali come causa del mancato dialogo, ma la giustificazione non convince. Arrivano i battibecchi con i giornalisti che fanno storcere il naso alla società e intanto Galliani prepara il suo ritorno in grande stile dopo non essere riuscito ad insediare Pippo Inzaghi sulla panchina del Milan a gennaio. Aspetta che Seedorf fallisca l’obiettivo per riprendere il timone della società.

L’EPILOGO – Il Milan cade a Bergano e si gioca così l’accesso all’Europa che avrebbe complicato i piani di Berlusconi e Galliani. Il presidente ripudia Seedorf: non ha seguito a sufficienza le sue idee tattiche e l’immagine forte stride con il costume di un club che non prevede mourinismi. Ad Arcore si consuma l’epilogo di tutta la vicenda con l’investitura praticamente ufficiale di Inzaghi come nuovo allenatore del Milan. Con Clarence si attende solo di trovare un accordo sulla buonuscita visto che ha un contratto fino al 2016 da ben 10 milioni di euro lordi complessivi.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

 

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