Intervista del Corriere dello Sport a Cesare Maldini, grande ex calciatore e allenatore del Milan, che risponde alle domande sull’avvento di Inzaghi sulla panchina rossonera:
Cesare Maldini, si aspettava che il Milan alla fine decidesse di puntare proprio su Inzaghi?
«Innanzitutto, vorrei fargli i miei complimenti, perché ha ottenuto una grandissima opportunità. Per il resto non si può dire che sia una sorpresa. Galliani ci aveva già pensato da parecchio tempo. E sicuramente avrà studiato con attenzione come Pippo ha lavorato nelle giovanili».
Era davvero impossibile proseguire con Seedorf?
«Non sta a me dirlo. Non lo posso sapere. Non ho idea di cosa si sia rotto».
Sotto quale aspetto Inzaghi può essere diverso rispetto a Seedorf?
«In tante cose. Ognuno interpreta la professione a modo proprio. In questi mesi sono venute fuori tante cose. Si è parlato di problemi con il gruppo e di mancanza di feeling con la società. Ma la verità la conosce solo chi era dentro lo spogliatoio o chi era parte in causa».
Si sente di dare un consiglio a Pippo?
«Non ne do a nessuno…».
Inzaghi è stato un suo giocatore sia nell’Under 21 sia nella Nazionale maggiore: ha mai immaginato che potesse diventare allenatore?
«Diciamo che non ho mai pensato che non potesse diventarlo».
Dopo soli 2 anni di settore giovanile, non c’è il rischio di bruciarsi, alla luce anche di certi precedenti?
«Macché. Ci saranno precedenti negativi, ma ce ne sono anche molti di positivi. Io sono tra questi e direi che mi è andata bene. Poi la scelta definitiva viene fatta dal club, che, conoscendolo così bene, non potrà che appoggiarlo».
Già, ma allenare i ragazzi è diverso rispetto ad allenare giocatori fatti e finiti…
«Su questo non ci sono dubbi. I giovani devono ancora imparare, quindi bisogna essere in grado di insegnare. Con i grandi, invece, conta molto anche la predisposizione al dialogo, la condivisione dei problemi e pure l’abilità nel saper toccare le corde giuste per caricarli e motivarli».
Inzaghi potrebbe essere agevolato dall’essere stato un grande campione e dall’aver frequentato un certo tipo di spogliatoi?
«Certamente, anche se poi dipende molto dal carattere. Pippo è uno che non si è mai tirato indietro, ha sempre parlato con tutti. Per quello che mi è stato riferito, so che ha svolto un ottimo lavoro con la Primavera. Tutti questi fattori hanno sicuramente inciso nella scelta del Milan».
Senza le Coppe nella prossima stagione, Inzaghi potrà allenare la squadra per l’intera settimana: può essere un vantaggio?
«Credo di sì. Ma sarebbe difficile trovare qualcuno più abituato di lui ad affrontare gli impegni infrasettimanali. Sapeva perfettamente come gestirsi e non avrebbe avuto difficoltà particolari se, alla fine, il Milan avesse strappato un posto in Europa League».
Per concludere, come giocherà il Milan di Inzaghi?
«Non ho gli elementi per fare una previsione. Ma di certo è il primo a conoscere cosa vuole Berlusconi e che tipo di atteggiamento chiede alla sua squadra…».
Redazione MilanLive.it