Il Milan chiude il campionato vincendo 2-1 contro il Sassuolo, una vittoria che però non basta per qualificarsi alla prossima Europa League. Guardando la classifica non ci si può non rammaricare per i troppi punti gettati via, soprattutto nel girone d’andata nel quale i rossoneri sotto la guida di Massimiliano Allegri hanno raccolto solamente 22 punti mentre con Clarence Seedorf sono stati ben 35. Sono solo 3 le lunghezze che ci separano dal quinto posto occupato dall’Inter, sarebbe bastato veramente poco per arrivare davanti ai rivali storici.
Si ripartirà dunque senza Europa nella prossima stagione. Essere privi di competizioni europee sulla carta potrebbe essere di aiuto per ripartire con più tranquillità, un po’ come avvenuto alla Juventus e alla Roma. Il problema è che i due club menzionati avevano un progetto di rilancio, mente al Milan al momento non vi è traccia di nulla. Il mercato non è ancora iniziato e ciò imporrebbe pertanto l’essere pazienti, ma il trend degli ultimi anni ci rende molti scettici sui programmi futuri della società. Riusciremo a vendere gli esuberi strapagati? I migliori resteranno? Arriveranno scarti di altre squadre o giocatori funzionali ad un progetto serio? Adesso avremo più 3 mesi per osservare le mosse della dirigenza e per giudicarle. Il primo nodo da sciogliere sarà quello legato ai riscatti di Adil Rami e Adel Taarabt. Vedremo quale sarà l’epilogo.
Capitolo Clarence Seedorf. E’ stato imposto da Silvio Berlusconi dopo il licenziamento di Massimiliano Allegri nonostante Adriano Galliani volesse Filippo Inzaghi. Dopo poco tempo è stato scaricato dallo stesso presidente onorario e non è mai stato difeso nelle settimane in cui la stampa lo attaccava tirando fuori casi inesistenti, su tutti quello di Mattia De Sciglio. L’unico vero “caso” è legato ad Ignazio Abate, ma invece di incolpare il tecnico bisognerebbe anche chiedersi se magari il giocatore abbia fatto qualcosa di errato. L’olandese ha sicuramente sbagliato qualcosa in questi mesi al Milan ed era normale che fosse così. Ha vestito i panni dell’allenatore senza averlo mai fatto prima e in un contesto non certamente facile sia per le condizioni in cui si ritrovava la squadra e sia per il mancato supporto della società. Il bilancio in campionato è positivo tutto sommato, anche se alcune sconfitte (su tutte quella di Bergamo) pesano. In Coppa Italia e Champions League le eliminazioni con Udinese e Atletico Madrid sono state un po’ imbarazzanti invece. Ma chi lo ha preceduto non aveva certamente brillato quest’anno.
Come imbarazzante è stata la dirigenza che nell’ultima estate spacciava per competitivo un Milan che palesemente non lo era. Le strategie di mercato andrebbero completamente riviste. Servono investimenti e competenze che al momento non si vedono in via Aldo Rossi 8. Se la campagna acquisti viene fatta rivolgendosi sempre ai soliti agenti ed intermediari noti e senza investire un minimo di denaro non si va lontano. Servirebbe una rivoluzione vera e propria con un cambio di proprietà e di tutti i quadri dirigenziali, perché i tifosi milanisti si meritano di meglio. Purtroppo nel breve periodo ciò non sarà possibile, ma non ci è vietato sognare. Almeno i sogni, quelli no, non ce li leveranno.
Matteo Bellan