Kakà: “Vicino al Psg nel 2003. I giovani devono capire cosa significa giocare nel Milan”

Ricardo Kakà

Ricardo Kakà ha concesso un’intervista a Milan Channel nella quale è partito parlando del suo approdo in rossonero nell’estate del 2003: “La società mi disse: ti prendiamo ma ci sono Rui Costa e Rivaldo. L’idea era darmi in prestito al PSG, per poi rientrare e guardare come andavano le cose. Detti il mio ok ma poi il Milan decise di prendermi e di tenermi a Milanello. Non fui io a decidere, ma il club di tenermi e di crescermi“.

Sulle voci di ritorno al Milan quando era al Real Madrid: “In Italia piace tanto parlare di mercato e di futuro. Questo crea molta ansia sia alla gente che a noi. Quando ero a Madrid mi hanno venduto da tante parti, in Turchia, al Milan, in Brasile. L’unica volta che c’è stato davvero una possibilità di tornare qui è stato a gennaio 2012 quando è arrivato Balotelli al Milan. Galliani e Perez hanno parlato, ma poi c’erano dei problemi fiscali e così saltò tutto“.

Sugli elogi di Rui Costa nei suoi confronti: “E’ sempre stato sincero con me e con le sue parole. E’ uno di quelli che mi ha aiutato di più. Io trovato delle difficoltà, lui mi dava dei consigli e dei suggerimenti per superarle“.

Su Ancelotti e sulla finale Champions League del Real Madrid contro l’Atletico: “Conosce bene la Champions. Io ho tanti amici nell’Atletico ma nel Real ho vissuto quattro anni ed una bella storia, spero possa vincere anche per il mister. Ancelotti se la merita, veramente“.

Un parere su Balotelli: “Sta maturando tantissimo: è buono per lui e per la squadra. Se è a posto con atteggiamento e motivazioni, può fare la differenza. E’ concentrato, ha voglia di far bene ai Mondiali e questo gli darà anche più esperienza e responsabilità“.

Sul Pallone d’Oro: “E’ stata una grande cosa, la ricorderò per sempre. E’ stato un giorno unico“.

Sul Milan: “Io volevo una grande squadra europea e venire al Milan è stato indescrivibile. Devo dire grazie a Dio, per questo. Il nome del Milan mi dà sempre i brividi“.

Sul futuro del club: “Servono valori e motivazioni: il Milan ha una storia, creata con questo, è giusto ripartire da lì“.

Sul suo ruolo: “Mi piace giocare da trequartista, lì posso dare il massimo“.

Sul suo gol più bello: “Il gol di Manchester, bello e importante e che mi porta un’emozione grandissima”.

Sul gol contro il Celtic nel 2007: “Quel gol è stato molto particolare, soprattutto la gioia dopo, con Gattuso che era sostituito e mi venne subito addosso. E’ una cosa molto bella”.

Sulle parole di Falcao: “Condivido quello che ha detto, i migliori anni della mia carriera li ho fatti al Milan. Qui c’è un gran rapporto con tutti. Non mi sono mai pentito di essere tornato. Avevo anche l’obiettivo del Mondiale, non ci sono arrivato e mi dispiace, ma so di aver fatto tutto il possibile. A Madrid non giocavo mai 4-5 partite di seguito, mentre al Milan le ho fatte praticamente quasi tutte. Anche se è stata una stagione difficile a me ha fatto molto piacere essere tornato”.

Su El Shaarawy: “Mi farebbe molto piacere vederlo segnare, magari con un mio assist. Con un’annata così è molto difficile, ma ora lo vedo bene e spero possa segnare il prima possibile”.

Su Mastour: “Lo sento vicino, è tecnicamente molto forte, dobbiamo avere pazienza con lui, farlo inserire e fargli capire che la prima squadra è un’altra cosa. Ma ha un gran talento, c’è qualcosa di diverso in lui”.

Lui come esempio e punto di riferimento per i giovani: “Penso sia importante avere un punto di riferimento per i giovani, anche io ne avevo. Spero di trasmettere a loro la mia esperienza. Avere la possibilità all’epoca di allenarmi con tanti campioni mi stimolava ad avere l’atteggiamento giusto. Voglio trasmettere a loro quello che ho imparato io, non solo con le parole ma soprattutto con l’atteggiamento. Devono capire cosa significa giocare con la maglia del Milan”.

Redazione Milanlive.it

 

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