Il destino della panchina del Milan è tutt’altro che deciso, la società di via Aldo Rossi sta ancora riflettendo. Intanto ieri sono schizzate in alto le quotazioni di Luciano Spalletti, mentre da Firenze giungono notizie relative ad un malcontento da parte di Vincenzo Montella. Liberare il tecnico viola, però, costa ben 7 milioni di euro così come stabilito da una clausola presente nel suo contratto. Il Milan non sembra intenzionato a spendere una cifra simile dovendo già liquidare Clarence Seedorf.
Anche Luciano Spalletti non rappresenta una pista delle più economiche se consideriamo che allo Zenit San Pietroburgo, con il quale ha in essere ancora un contratto fino al 2016, prendeva (e prende tuttora, nonostante l’esonero) 4 milioni di euro netti. Se il tecnico toscano dovesse ottenere una ricca buonuscita, a quel punto potrebbe magari rivedere al ribasso le sue richieste di ingaggio al Milan.
La partita relativa al futuro della panchina rossonera si giocherà anche al tavolo con Seedorf, con il quale bisognerà trovare un’intesa economica per liquidarlo subito e non tenerlo più a libro paga. In caso di mancato accordo, il Milan si vedrebbe costretto a puntare su Filippo Inzaghi che è già stipendiato dal club ed è un pupillo di Adriano Galliani.
Stabili le quotazioni di Roberto Donadoni, allenatore molto stimato ma che non “buca il video”. Ha un ingaggio relativamente basso ed aspetta una chiamata da parte di una grande squadra per fare il salto di qualità. La sua figura sembra rappresentare il giusto compromesso tra le novità necessarie e gli shock da evitare. Con lui si potrebbe attuare una rivoluzione morbida, che è ciò che cerca il Milan dopo il ciclone Seedorf.
Fonte: La Gazzetta dello Sport