Luca Serafini: “Al Milan squallidi giochi di potere, Berlusconi vorrebbe vendere”

Serafini

Luca Serafini, noto giornalista sportivo Mediaset e tifoso milanista, è stato intervistato dal sito Sportellate.it per parlare della situazione del Milan.

La scelta di Seedorf è stata troppo frettolosa? Quanto hanno pesato i rapporti dell’olandese con il Presidente Berlusconi?
Domanda di per se contraddittoria che è specchio della situazione: il Presidente non ha scelto Seedorf frettolosamente. Il tecnico è stato convocato ad Arcore varie volte dall’ottobre del 2012 in poi.
Dopo la sconfitta di Sassuolo il Milan ha deciso di cambiare allenatore puntando inizialmente su Inzaghi perchè la soluzione Seedorf sembrava difficilmente praticabile per questioni contrattuali (Seedorf aveva ancora un contratto da giocatore col Botafogo) e burocratiche. Risolti tutti questi cavilli la società è riuscita a fare sedere Seedorf sulla panchina del Milan. Penso che dopo una trafila di questo genere, dopo che Seedorf ha giocato dieci anni in questa squadra e ha fatto conoscere bene il suo carattere, non si possa scoprire in un mese come sia fatto: Seedorf non ha tradito nessuno, si è presentato esattamente come era da giocatore e com’è da uomo. Sicuramente ha dimostrato capacità tecniche e di gestione importanti perchè altrimenti, se la squadra gli avesse giocato contro, non sarebbe stata possibile la rimonta che ha fatto il Milan in queste domeniche. La situazione in casa Milan è quindi figlia di una squallidissima questione di giochi di potere che vede il Presidente ormai troppo distratto ed impegnato da altre cose per avere tempo di “combattere” lasciandosi convincere che la scelta fosse sbagliata e sbaglierà nel mandare via una persona che non lo merita.

Quindi lei considera Seedorf come già esonerato ?
Per quello che abbiamo potuto capire si. Berlusconi qualche giorno fa, durante la registrazione di una trasmissione, si è lasciato scappare a telecamere spente che la situazione è compromessa e questo potrebbe essere un errore clamoroso nei confronti di Seedorf e nei confronti di chi non vuole più Seedorf.

Si è parlato spesso di “anime societarie”. Questa leggenda esiste? Può essere vero che Galliani sia contro Seedorf per motivi personali più che per motivi tecnici, aziendali e funzionali?
Si dice addirittura che l’ A.D. manovri un manipolo di giornalisti i quali non perdono occasione per sparare sull’allenatore. Sembra una follia, ma secondo lei è vera?
Nel sinedrio Cristo rispose a Caifa: “Tu l’hai detto”. Parlare di “anime societarie” significherebbe parlare di sotterfugi; io parlo di una situazione molto chiara: Berlusconi considera ormai il Milan un fastidio, una palla al piede che tiene in vita solo perchè ci lavora sua figlia ma se fosse per lui avrebbe già venduto da tempo. C’è da dire che la cifra che chiede per l’acquisizione del Milan spaventerebbe chiunque perchè il Milan non vale mille milioni e di conseguenza rimane ancora suo, non capisco a quale titolo visto che il disimpegno è totale ed evidente. Berlusconi è quindi “schiavo” di questa situazione che genera tutti gli squilibri di cui parliamo.
Con l’ingresso in società di Barbara, Galliani non gode più della totale fiducia e libertà di cui disponeva prima perchè chi porta lo stesso cognome del padrone vuole le chiavi di casa al più presto. Tutto ciò si ripercuote sull’andamento generale del Milan perchè gli interessi che vengono privilegiati sono quelli dell’azienda di famiglia più che quelli della società e della squadra.

Rapporto Seedorf-calciatori. Paolo Bargiggia, lunedi scorso, ha parlato di una “guerra fredda” iniziata da alcuni calciatori italiani contro Seedorf, orchestrata dal loro agente Giovanni Branchini. Che ne pensa?
Anche io, prima di lunedi scorso, avevo parlato di una discussione tra Seedorf e Giovanni Branchini. Giovanni Branchini non una persona che giura rancore per il resto della vita, si preoccupa piuttosto a trecentosessanta gradi delle vicende dei suoi assistiti con i quali ha un rapporto che va al di la di quello lavorativo. Se c’è un problema è più che altro di Seedorf ma non penso sia connesso al non far giocare gli assistiti di Branchini e gli altri calciatori italiani. A dimostrazione di questa tesi, gli italiani in questione (Abate, Montolivo, De Sciglio) non hanno disputato una grande stagione e chi è andato in campo al loro posto ha portato a casa punti smentendo queste illazioni. Lo stesso Poli, uno dei migliori del Milan di questa stagione, è stato chiamato in causa in determinate partite, anche importanti, ed è stato lasciato fuori in altre dove serviva maggiore apporto offensivo. Sono scelte nell’ordine della normalità che un allenatore deve fare. Se soltanto per questi motivi o perchè mangia le uova sode in camera devono essere fatti dei report è evidente che ci sia una malafede dilagante alla base.

Quindi, effettivamente, esiste un dossier contro Seedorf redatto dalla società?
Certamente, è stato redatto con dovizia di particolari anche da alcuni tra i più stretti collaboratori di Seedorf su precisa imposizione dall’alto, poi su come sia stato o su come sarà usato non si sa. Di sicuro non è emerso niente di nuovo rispetto a quando Seedorf militava come giocatore. Per esempio si è sempre saputo che quando giocava, Clarence, ha sfinito il direttore cuoco di Milanello convincendolo ad adibire un tavolo sempre fornito di cibo per chi avesse attacchi di fame notturni. Questi non sono capricci di oggi; sono vizi di una persona che è sicuramente molto prosaica e presuntuosa ma è anche molto intelligente e per questo gli è stato affidato il Milan. Questa società ha esonerato tre allenatori in ventotto anni e mandar via Seedorf dopo così poco tempo, dopo questi risultati è una questione che non sta ne in cielo ne in terra.

La società si è detta indispettita dalle dichiarazioni di Seedorf, rilasciate dopo Milan- Parma ai tifosi, sull’inadeguatezza della rosa del Milan e sul fatto che bisognerebbe rivoluzionare tutto.
Conoscendo Seedorf e i suoi interlocutori in quella occasione so per certo che l’olandese abbia detto, in un momento concitato, che se ci sarà da cambiare metà o tre quarti della squadra sarà fatto. Si tratta di una sacrosanta verità. Alla società questo non può dare fastidio anche perchè Berlusconi stesso ha parlato più volte di giocatori inadeguati. Lo pensano giornalisti, tifosi e avversari.
Ripeto, è una sacrosanta verità.

Conosco già la sua opinione su Honda e sul suo ingaggio. Che ha da dirci a riguardo?
Honda è un giocatore che è arrivato ad una certa età dopo una carriera di livello medio; è un buon giocatorino come ce ne sono altri duecento tra serie A e serie B. Ma essendo giapponese porta un indotto di un certo tipo; sicuramente non è un giocatore da Milan come non lo sono la maggior parte dei componenti della rosa attuale. Per non parlare del fatto che vesta la maglia 10…

Il ruolo di D.S. è vacante in via Aldo Rossi. Giovanni Galli le risulta candidato?
No, non mi risulta. Galliani ha molti difetti, ha sbagliato, ma è il miglior dirigente sportivo italiano degli ultimi trent’anni.
Quando andrà via dovranno essere ricoperti i tre ruoli che svolge ora l’A.d.

Azzarderebbe qualche nome?
Non saprei. Sogliano sembrava un candidato forte ma mi risulta che non abbia più contatti col Milan da tempo. Non so cosa frulli in testa in questo momento ai dirigenti al Portello.

I tifosi rossoneri hanno nel cuore Paolo Maldini. Ci sono possibilità di vederlo nel Milan con un ruolo centrale?
Con Galliani no. Quando Paolo se ne andò Galliani gli disse: “Per te le porte del Milan sono sempre aperte”. Lui rispose: “Con lei al Milan per me le porte saranno sempre chiuse”.

Torniamo per un momento sul caso Ambrosini che ancora non è andato giù a molti tifosi. C’è qualcosa che ancora non sappiamo a riguardo?
Massimo aveva offerte statunitensi, dal West Ham e dalla Fiorentina (Montella lo ha chiamato quattro o cinque volte). Ha aspettato di avere un colloquio col Milan per decidere del futuro e quando questo momento è arrivato Galliani gli ha ironicamente detto: “Ah, perchè tu continui a giocare?” . A quel punto Massimo si è alzato e se n’è andato facendolo con cortesia e stile e firmando con la Fiorentina, unica squadra competitiva che gli ha veramente dato fiducia. Tutte le successive fiabe sull’espulsione di Siena e sul rapporto con i tifosi sono, appunto, fiabe.

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