Milan, Bonera: “Derby ultima chance per l’Europa. Balo come Ibra? Zlatan aveva un’altra testa”

Bonera
Bonera

MILAN BONERA – Intervista da parte di Tuttosport al difensore rossonero Daniele Bonera, che finora ha collezionato 20 presenze stagionali:

Daniele Bonera, il Milan negli ultimi cinque derby ha collezionato un pareggio e quattro sconfitte. È un motivo di preoccupazione o uno stimolo?
«La seconda. Negli ultimi due mesi la squadra è cresciuta molto, la sconfitta con la Roma non ha lasciato né dubbi né scorie nello spogliatoio perché fino alla fine siamo rimasti in partita e poi non va dimenticato che i giallorossi stanno facendo un campionato strepitoso e in altre circostanze con 85 punti avrebbero già vinto lo scudetto. Sono convinto che ci siano i presupposti per fare bene e dare finalmente una gioia ai nostri tifosi».

Cosa deve fare il Milan per non ripetere gli errori del passato, sia contro l’Inter che generalmente negli scontri diretti?
«Con la Fiorentina, primo scontro diretto vinto dopo molto tempo, abbiamo ritrovato un po’ di consapevolezza nei nostri mezzi e vincere un derby dopo un periodo così complicato, ci darebbe molta autostima. Abbiamo cominciato male la stagione, però la crescita negli ultimi mesi è stata evidente e questo ci dà la forza per prepararci alla sfida con l’Inter: dovremo essere bravi a non sentire troppa pressione e pensare di non dover risolvere la gara da soli, ma lavorando da squadra».

Vincere contro l’Inter è l’ultima chance per non perdere il treno Europa League?
«Sì, dovremo vincere tutte e tre le partite che mancano, osservando poi cosa faranno gli avversari. Il Parma nei nostri confronti è in vantaggio, ma siamo in tante in due punti e potrebbero anche esserci delle sorprese. Vincendo il derby, per esempio, potremmo risucchiare l’Inter, anche se i nerazzurri hanno un margine rassicurante».

Il dibattito è aperto da settimane: ma conviene andare in Europa League o no?
«Noi abbiamo il dovere di mettercela tutta e arrivarci. La società ci ha fatto questa richiesta, è fondamentale entrare in Europa, anche per il prestigio del club. È vero, siamo tutti abituati a fare la Champions, ma adesso dobbiamo pensare ad altro».

È la stagione più difficile da quando è al Milan?
«A livello personale ne ho passate di peggiori, ripensando a certi infortuni…».

Certo, ma non può non notare come l’attenzione mediatica sia tutta sulla vicenda Seedorf.
«Non leggo i giornali… (ride, ndr) Io credo che in questo momento dobbiamo rimanere concentrati sul campo. Se distogliamo le energie mentali per leggere o ascoltare quello che si dice sull’allenatore o sulla società, perdiamo di vista l’obiettivo che dobbiamo inseguire: l’Europa League».

Buon tentativo di dribblare la domanda…
«E’ prematuro, oggi, parlare di un possibile nuovo cambio in panchina. In ogni caso, giocatori, allenatore, dirigenti, addetti stampa, chiunque, hanno il dovere verso il Milan di dare il massimo. Siamo tutti, quotidianamente, in discussione».

Si dice: Seedorf ha un occhio di riguardo per i giocatori stranieri, gli italiani non sono felici del sistema di gioco e del modo in cui vengono impiegati.
«Parlo per me. Ultimamente sono stato impiegato a destra e in quel ruolo ho iniziato la mia avventura al Milan con Ancelotti. Con Leonardo sono stato anche a sinistra. La disponibilità fa la differenza e io, per il mio modo di ragionare, gioco per accontentare le esigenze del gruppo. Io sono soddisfatto del mio rendimento e tutti i discorsi sul modulo dipendono dai risultati: se si perde, va tutto male, quando le cose vanno meglio, allora è il sistema corretto».

Altro tema caldo: Balotelli. Lei nota una sua crescita?
«Innanzitutto dico che Mario è importante per il Milan e per l’Italia. Su Balotelli ci sono sempre molte aspettative e credo che se le porterà dietro finché giocherà. Ha un talento innato e secondo me è migliorato tanto anche tatticamente, si mette maggiormente a disposizione della squadra. Deve capire che sacrificarsi in fase difensiva non compromette il suo rendimento offensivo. La squadra lo supporta e i compagni lo stimano, gli vogliono bene, sono pronti a fargli i complimenti o a tirargli le orecchie quando serve. Deve stare tranquillo, la sua crescita è evidente».

Sarà un bel derby quello fra Balotelli e Icardi…
«Diciamo che sono due personaggi particolari, sempre al centro dell’attenzione, però la cosa più importante sarà il campo e spero che Mario faccia qualcosa di più. I social network? Io sono rimasto nel passato, non sono iscritto da nessuna parte. Se posso dare un consiglio generale, non solo a loro due, è che come in tutte le cose non bisognerebbe eccedere…».

Da compagno: meglio litigare in campo con Balotelli o con Ibrahimovic?
«Io ho conosciuto Zlatan quando aveva ormai quasi 30 anni, Mario ne ha molti di meno e credo che lo stesso Ibra, all’età di Balotelli, avesse una testa diversa. Come in tutte le cose si può sbagliare, imparare e crescere, capendo le proprie responsabilità».

Per concludere: è Icardi l’uomo da temere domenica?
«All’andata dissi che avevo paura di Palacio e segnò lui… Io dico Mazzarri: è un tecnico esperto, navigato, starà preparando la partita nei minimi dettagli».

Redazione MilanLive.it

Gestione cookie