Milan, è gelo tra Berlusconi e Seedorf: il patron sceglie il silenzio

Berlusconi Seedorf
Berlusconi Seedorf

Milano – Clarence Seedorf è ormai solo, isolato, «stritolato» dai silenzi e, peggio ancora, dall’indifferenza che gli piovono addosso in continuazione da Villa San Martino e da Casa Milan. Dopo il terribile kappaò contro la Roma non sono mancati chiari ed evidenti segnali di…scoraggiamento. «Seedorf? No comment – ha risposto freddamente Barbara Berlusconi già ieri mattina tramite l’Ansa – sono valutazioni che non competono a me». Nel primo pomeriggio papà Silvio, terminata una riunione presso l’Hotel Michelangelo di Milano in vista delle elezioni europee, sollecitato da un gruppo di tifosi a parlare, a svelare cosa stia succedendo al Milan, ha glissato rifugiandosi senza proferire parola sulla sua auto. Ma già dopo 5 vittorie consecutive il numero 1 rossonero non si era mai manifestato, nemmeno per i tanto attesi auguri di Pasqua che avrebbero fatto la felicità di Seedorf.

ADDIO. Insomma, Seedorf sta rischiando grosso, il derby potrebbe e dovrebbe essere il capolinea di tutte le sue speranze di poter restare al Milan anche nella prossima stagione. L’Europa League è sempre più un miraggio. Il quinto posto, «comodo» per trascorrere un’estate meno stressante e anche più redditizia, appare ormai lontano, quasi irraggiungibile. Il sesto a Casa Milan viene considerato una vera e propria sciagura… Ma dal settimo in giù, oltre alla mancanza dell’Europa League, potrebbe pesare ancora di più lo scollinamento oltre l’ottavo che costringerebbe il Milan ad affrontare addirittura il turno preliminare ferragostano di Coppa Italia…

IMPUTATO. Seedorf è sempre di più sul banco degli imputati. Fra i capi d’accusa più duri e che potrebbero contribuire ad allontanarlo dal Milan c’è anche quello relativo alla gestione di Balotelli. Passato da insostituibile e poco credibile «figliol prodigo» al solito e più veritiero «bad boy». Seedorf l’ha prima sedotto e poi abbandonato, scatenando nell’ex-interista un comprensibile rancore. Il Professore non ha fatto sconti a nessuno in questi 3 mesi di dittatura milanista: ha creato, ad arte, il caso Abate-De Sciglio del quale non se ne sentiva la necessità, ha approfittato della generosità e della buona fede di Poli per trattarlo come il più umile dei «tappabuchi» per poi tentare di accanirsi (prontamente sedato dal sempre convincente Galliani) anche contro Montolivo. Uno dei pochi, nella tristezza di una stagione da considerare fallimentare, ad avere fosforo nei piedi e un minimo di buon senso in campo.

FUGA. Quella dei presunti «cervelli» milanisti è garantita. Anche il Professore rischia l’esilio forzato nonostante si appelli in continuazione, davanti a telecamere e taccuini, al silente e spietato Galliani che l’ha messo sulla graticola in tempi non sospetti. Il tardivo e mai completo ravvedimento di Seedorf ha portato solo al recupero della serietà e della competenza di Tassotti. Ma non è bastato: il derby del 4 maggio potrebbe segnare per il tecnico olandese un incredibile ma triste primato dell’era berlusconiana. Affrontare la stracittadina da allenatore dopo aver indossato entrambe le maglie da giocatore. Occasione unica ma, a quanto sembra di capire, irripetibile…

Fonte: Corriere dello Sport

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