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Categorie: Milan News

Carlo Cracco: “Tifo Milan e Balotelli. Tra i miei clienti fissi ho Kakà ed Eto’o”

Carlo Cracco

MILAN CRACCO – L’edizione odierna di Tuttosport ha pubblicato un’intervista esclusiva allo chef Carlo Cracco, grande tifoso milanista e prossimo protagonista della versione italiana di Hell’s Kitchen:

Cracco, lei in “Hell’s Kitchen” sarà un leader durissimo con la sua brigata. Con lei Balotelli tirerebbe dritto?
«Mario è un campione, quindi il compito di un allenatore è come quello di uno chef, tirare fuori il meglio. Se sei un bravo allenatore lo tiri fuori, sennò il talento rimane inespresso…».

Dunque i problemi di Balotelli sono da ricercare nei tecnici che ha avuto finora?
«Ci sono una serie di fattori, non è che se non va bene quell’allenatore allora va bene l’altro. Però se uno è un campione, va valorizzato. Punto. A volte, purtroppo, non ci si riesce per oggettiva difficoltà».

Seedorf può riuscirci? Come vede l’olandese sulla panchina del suo Milan?
«Bene, anche se si è preso una bella patata bollente e non è stato facile all’inizio. Adesso, un poco alla volta, sta rimettendo a posto le basi. Però le cose non si fanno in 5 minuti o in un paio di settimane. È come in un ristorante: non basta avere 20 cuochi bravi e aprire il locale per dire che sei bravissimo. No, non funziona così. Ci vuole tempo, organizzazione, affiatamento, coesione di visione. Quando sono tutti quanti presenti, si può anche vincere».

Lei lo confermerebbe?
«Certo, ci vuole tempo e io glielo darei».

Ha mai mangiato nel ristorante di Seedorf a Milano?
«Sì e per fortuna non cucina lui, ma il suo socio che è molto bravo».

Nel suo locale invece vengono molti giocatori?
«Tanti, sia di Inter che Milan. Kakà, per esempio, è uno di questi. Ovviamente i milanisti sono i più numerosi, però ci sono anche tanti giocatori nerazzurri con cui abbiamo festeggiato le loro vittorie. In passato abbiamo anche ospitato i banchetti Uefa per le gare di Champions del Milan con Real Madrid e Barcellona. Un giorno Galliani mi chiamò e mi disse che i dirigenti spagnoli insistevano nel chiedergli di portarli da “Cracco”».

Con qualche calciatore ha creato un feeling particolare?
«Con Samuel Eto’o. Era impazzito per i nostri piatti, diceva che non li trovava e io rispondevo “per fortuna”. Con il mix di culture che ormai c’è in Europa, anche i giocatori chiedono un livello di cucina molto alto; adesso vogliono provare il gastronomico, non solo la trattoria o l’osteria».

Redazione MilanLive.it

Scritto da
Keivan Karimi