Taarabt: “A Milano niente più pazzie. Seedorf? Dopo Madrid mi ha lasciato fuori per proteggermi”

Taarabt
Taarabt

Intervista esclusiva di Tuttosport al gioiello rossonero Adel Taarabt, altro neo acquisto del mercato invernale. Il marocchino ha parlato delle sue vecchie follie e del rapporto con Seedorf:

Adel Taarabt, ci racconta la sua parabola rossonera?
«Pronti via e dopo una manciata di minuti avevo già segnato al Napoli. Un gran gol, tra l’altro. Poi ho giocato molto bene a San Siro con il Bologna e poi ancora ho segnato a Marassi contro la Samp».

E fin qui, tutto bene. Poi la discesa…
«Male a Madrid, in Champions. E a quel punto, anche perché la gara dopo si sarebbe giocata a San Siro, Seedorf mi ha preso da parte e mi ha detto che mi teneva fuori per proteggermi. Per evitare che finissi anch’io nella contestazione».

Lo ha ringraziato?
«Con lui mi trovo bene, abbiamo un’ottima relazione. E non solo perché mi ha dato subito la possibilità di farmi vedere. E’ che lui è stato un grande campione che giocava nel mio ruolo. E così i consigli arrivano a pioggia».

Tipo?
«Mi ripete che ho grande talento, ma non ho altrettanta concentrazione. Per essere un campione devo stare sempre sul pezzo per novanta minuti. E poi mi consiglia di giocare più semplice, di non avere solo il dribbling come caratteristica, di giocare semplice, a uno o due tocchi. E poi mi invita a giocare di più con i compagni, ad avere una visione periferica del gioco».

E nel momento più difficile, com’è cambiato Seedorf?
«Quando si perdono tre partite di fila, non si può restare tranquilli. L’ho visto subito molto preoccupato, era un momento pericoloso per il suo futuro. Ma subito dopo ci ha preso tutti da parte per darci consigli e dirci come si poteva uscire dalla crisi».

In quel momento un ruolo importante l’ha avuto anche Galliani?
«Lui è fondamentale per tutti noi. Ha vinto tutto, ma quel che più conta è che è sempre positivo. Anche quando si perde, incoraggia più che sgridare. E dà tutto per il Milan».

Ma ci credete all’Europa League?
«Certo che sì. Il peggio sembra alle spalle, anche se la Champions é un’altra cosa, dobbiamo provarci».

Lo sa quanto stressa giocare l’Europa League?
«L’ho disputata con il Tottenham, è faticoso. Ma dobbiamo provarci. Giocare il giovedì e poi la domenica significa avere pochi giorni per riposarsi, mas il Milan ha 2-3 giocatori per ruolo. E poi è una competizione di prestigio: l’anno prossimo potrebbe esserci il Manchester United, l’Atletico l’ha vinta due volte e adesso si gioca la Champions, per non parlare del Siviglia, del Porto, tutte grandi squadre…»

Ma lo sa che se vi qualificate, a luglio siete già in campo e magari a giugno dovete già riprendere gli allenamenti?
«Ah beh, allora preferisco Marrakesh. Facciamo che vengo a settembre…»

Ma l’accordo è già stato trovato?
«No, non mi risulta, E a questo punto, potrei anche rallentare l’accordo e firmare il 31 agosto, così almeno salvo le vacanze…»

In Inghilterra era famoso per le cavolate, qui invece parla con i gol…
«Diciamo che quando sei a Londra, se giochi bene ma fai una cavolata, conta solo quest’ultima. Anche Balotelli lo sa bene, quel che accade in Inghilterra. In Italia, invece, anche se fai una cavolata, se giochi bene sei lo stesso un idolo».

E’ per questo che qui in Italia sei esploso?
«Diciamo anche che le partite del Fulham non le vede nessuno, mentre quelle del Milan vanno in tutto il mondo».

E le cavolate?
«Impossibili. Ogni volta che esco, c’è qualcuno che avvisa subito Gallaini. Non posso fare un passo senza che lui non sappia tutto».

Ci racconta la sua follia più grossa?
«Un giorno l’allenatore mi ha tolto e allora me ne sono andato via dallo stadio in pullman, assieme ai tifosi».

Questa è nota. Un’altra?
«Con la Nazionale del Marocco. Alla vigilia della partita c’è riunione tecnica in albergo: capisco che non gioco, chiamo la segreteria del Fulham, mi faccio prenotare un volo Marrakesh-Marsiglia e mentre le squadra va allo stadio, io me ne parto per la Francia. Mi hanno cercato per due giorni, in Marocco, senza sapere che fine avessi fatto».

Adesso però è il capitano della nazionale…
«E infatti ho messo la testa a testa».

E con il Milan?
«Finchè non firmo il riscatto sto bravo. Poi vediamo… Ma non scrivetelo»

Redazione MilanLive.it

Gestione cookie